Home Articoli Rivista Idea Vent’anni d’arte di signor Raposo a montà d’alba

Vent’anni d’arte di signor Raposo a montà d’alba

Ospitata nella confraternita di San Michele, sarà visitabile sino al 30 novembre

0
293

Mon­tà d’Alba o­spita sino al 30 novembre nella Confra­ternita di San Michele la mostra “Dell’eccellente mano del si­gnor Raposo”: una specie di “ritorno a casa” in un’esposizione che vuole restituire il ventennale rapporto con Montà (1774-1795) di Vittorio Ame­deo Rapous, pittore di figura al servizio regio e artista tra i maggiori del Settecento piemontese, accademico ed erede della tradizione espressiva di Clau­dio Francesco Beaumont, di cui fu allievo presso la scuola di disegno a Torino. Protagonista della mostra è l’ovale di Sant’Antonio Abate, che viene presentato a conclusione del restauro curato dalla Ni­cola-Ilengo Re­stau­­ri di Asti, ma costituiscono una novità pressoché assoluta anche le 14 tele della grande via Crucis, non più visibili dal 2003. A completare il percorso espositivo: la pala di San Luigi Gonzaga e della Madonna del Buon Consiglio, ancora in attesa di restauro.
La presentazione della mo­stra si è tenuta presso il Palazzo della Banca d’Alba nella capitale delle Langhe, con tanto di saluto del direttore generale Riccardo Corino, in una sorta di tavola rotonda condotta da Martina Marucco e con la presenza, tra gli altri, della curatrice Liliana Rey Varela. Per poi proseguire proprio in terra montatese, nella sede della mostra, ossia la Con­fraternita di San Michele. Non è mancata, ovviamente, la voce del sindaco Andrea Cauda: «Essere riusciti a organizzare qualcosa, in un anno difficile come questo, è già di per sé un grandissimo risultato. Siamo orgogliosi di quello che stiamo facendo, vuoi per i contenuti, vuoi per lo spirito di collaborazione che sta alla sua base: tra il Comune e la Parrocchia di Sant’An­tonio Abate, che è de­tentrice di queste opere, e l’appoggio della Soprin­ten­denza che ha portato a compimento l’opera che presentiamo insieme alla mostra. Oltre che della Fondazione Ferrero, che già aveva esposto parte di queste opere: e del Museo diocesano di Alba, della Fonda­zione Crt, della Banca d’Alba, dell’Ente turismo e dell’Ente Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba, la cui presidente Liliana Allena ha voluto inserire la mostra nel suo programma».
C’è anche un riferimento in chiave Unesco: «Perché tutto ciò che sta accadendo è una valorizzazione del territorio, un impulso alla sua fruibilità, ma anche un moto di rispetto della cultura della nostra area», ponendo il proprio saluto all’associazione Valorizzazione Roe­ro guidata dal collega Giacomo Badellino di Santa Vittoria d’Alba, testa di ponte verso la stessa idea-Unesco in chiave roerina e all’associazione “Montata Fangi”, diretta dall’ex sindaco montatese Silvano Valsania, il primo (insieme a Gianluca Costa) ad avere l’intuizione legata alla scoperta e alla riscoperta del patrimonio artistico riguardante il Rapous. Per il suo predecessore, Cauda ha speso più di una parola d’elogio: «È grazie a lui, alla sua ge­nerosità, al suo spirito volto alla ricerca, compresa quella di fondi anche presso le nostre imprese che hanno risposto in modo positivo, che si devono molte cose: tra cui, appunto, questa esposizione».
Va precisato come Costa, vice di Valsania, figuri anche insieme a Bruno Cauda come uno dei soggetti che individualmente hanno supportato di propria tasca l’iniziativa.
“Montata Fangi”, ossia il modo con cui si chiamava anticamente la cittadina roerina (la “Salita dal fango”) è il nome dell’associazione nata nell’aprile 2019 con lo scopo di tutelare e promuovere il patrimonio artistico, culturale e religioso locale.
La mostra sarà attiva il giovedì e il venerdì dalle 15 alle 19, il sabato e la domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, sempre con ingresso libero. Per informazioni: 0173976181.