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Esercizi commerciali, bar e ristoranti: Uncem condanna i saccheggi e la guerriglia urbana

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Uncem con il Presidente nazionale Marco Bussone e tutti i Presidenti delle Delegazioni regionali condannano duramente coloro che nella serata di ieri hanno saccheggiato, distrutto e con scene da guerriglia gettato il panico nei centri delle città capoluogo, in particolare a Torino. Uncem e i suoi vertici si uniscono ai commercianti che hanno subito questa assurda devastazione, ma anche alle Associazioni di categoria che avevano promosso pacifiche. La violenza le ha inquinate ed è gravissimo. Inaccettabile.

Ieri Uncem ha chiesto al Governo di modificare il DPCM nella parte relativa alla chiusura di bar e ristoranti, permettendone l’apertura fino alle ore 22 nei piccoli Comuni e nei Comuni montani italiani. Qui, gli eserci commerciali e di somministrazione sono spesso le uniche e sole attività economiche. Uncem ha anche ricordato come occorra evitare si allunghi l’elenco dei 200 Comuni italiani senza più un negozio o un bar, desertificati commercialmente. Lo ribadisce oggi.

“Non c’è nessun rischio assembramento nei bar, nelle pasticcerie e nei piccoli ristoranti e pizzerie dei piccoli Comuni e nei Comuni montani della Sardegna, c’è al contrario il rischio che intere comunità soffrano ancora di più l’abbandono, il disagio sociale ed il crollo economico dopo mesi di lavoro e investimenti per rispettare le regole. Queste piccole e piccolissime imprese rappresentano presidi economici indispensabili per i nostri territori, insieme alle piccole e piccolissime imprese culturali e alle palestre”, sottolinea Daniela Falconi, Sindaca di Fonni e neoeletta Presidente Uncem Sardegna.

Al Governo Uncem ha inviato oggi una lettera per chiedere misure differenziate – afferma Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte – Tra aree urbane e zone montane, vi sono profonde differenze nella fruizione di servizi di bar e ristoranti. Numeri e modalità di accessi ben diversi. Che vanno individuati ed evidenziati. Chiudere tutto, in città come nelle zone interne e montane del Piemonte e del Paese non serve. Una revisione del DPCM è possibile”.

comunicato stampa