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Nuovo DPCM, la storica birreria saluzzese Montmartre incalza: “Dobbiamo inventarci qualcosa, ma Conte ci aiuti”

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E’ una delle birreria più storiche di Saluzzo, ritrovo per anni di tutte le generazioni di giovani cresciuti nel Marchesato: stiamo parlando della Birreria “Montmartre” gestita attualmente dai fratelli Stefano ed Alberto De Michelis.

In via Palazzo di Città, una delle vie più pittoresche della città, che porta al Comune, sin dai tempi dei mitici Renato e Silvana, passando per il Dj Marco Porticelli con Sabrina, la gestione dei fratelli Salza ed arrivano a quella di Stefano ed Alberto De Michelis, chi non ha mai fatto “un salto al Mon” per una birra, un panino magari davanti ad una partita di Champions League con gli amici.

Un locale serale che apre i battenti alle ore 19.00 ed oggi, a causa della pandemia da Covid-19 ed il nuovo DPCM, vive una situazione surreale dove l’orario classico di apertura… è postumo alll’orario di chiusura imposto dal Governo.

Noi di Ideawebtv.it abbiamo contattato Stefano De Michelis, co-titolare del Montmartre, per fare un punto della situazione sull’attuale situazione.

Stefano, l’incubo di un nuovo stop per bar, ristoranti e locali serali è divenuto realtà con il nuovo DPCM del Premier Conte: cosa significa questo per il Montmartre?

“Di fatto per noi significa che non possiamo lavorare in quanto alle 19.00, nostro orario classico di apertura, si trova nella fascia oraria di chiusura del nuovo DPCM. Ovviamente per noi un enorme problema”.

Si era appena tornati a vedere la luce dopo il lockdown della Primavera scorsa, la ripresa era tangibile?

“La ripresa era tangibile, probabilmente sarebbe stato necessario ancora un pò di tempo per tornare ai livelli pre Covid-19, ma sembrava che le cose stessero tornando sui binari giusti”.

Come si era organizzato il Montmartre per seguire le indicazioni sanitarie contro il Covid-19?

“Avevamo, secondo indicazioni, ridotto i posti di capienza del locale permettendo la permanenza al tavolo solo a quattro persone contemporaneamente. Tra i vari tavoli abbiamo inserito barriere in plexiglass dovendo necessariamente, per motivi di spazio, mantenere invariata la disposizione dei tavoli. Tutto questo, ovviamente, oltre ad igienizzanti per le mani, sanificazione delle postazioni dopo il cambio clienti ed obbligo di mascherina”.

Avete in mente qualcosa per fronteggiare questo nuovo stop?

“Punteremo sicuramente sul servizio d’asporto e la consegna a domicilio di panini, piatti e birre in bottiglia essendo l’unica cosa a noi consentita. Forse potrebbe valutare se aprire la domenica a pranzo, ma c’è da capire se possa convenire o meno”.

Cosa ti aspetti dal Governo in questo frangente?

“Mi aspetto che arrivi un aiuto economico in tempi brevi in quanto la situazione è realmente tragica. Le spese rimangono ma le entrare non ci sono più: un vero dramma”.