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Una maggior flessibilità fa la differenza nei trasporti!

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Tra Dpcm che si susseguono a breve distanza, coprifuoco, chiusure e contagi che continuano ad aumentare, in questi ultimi mesi la certezza è una sola: il principale colpevole di questa situazione, per tutti, sembra essere il trasporto pubblico. Se dovessimo paragonarlo ad un processo, quello per reato Covid, l’imputato sarebbe proprio il trasporto pubblico, oltre all’assembramento. Strettamente collegati, colpevoli e complici della curva epidemiologica che ha ripreso a salire in maniera preoccupante, rendendo necessari nuovi e repentini provvedimenti.
Ed allora, la parola ai diretti interessati, alla società Bus Company Srl, che gestisce il trasporto pubblico locale nell’area omogenea della provincia di Cuneo. Creata ufficialmente il 1° novembre 2015 dalla fusione per incorporazione di altre due aziende del trasporto pubblico locale piemontese, l’Ati Trasporti Interurbani e la Seag. La società, con sede a Saluzzo, si occupa di linee urbane, extraurbane, internazionali (in partnership con FlixBus), servizi turistici ed anche di noleggio bus. Una realtà importante, come confermano i numeri: 230 autobus di linea, 30 da noleggio, 21 FlixBus, 8 linee internazionali, 12 stazioni e 400 dipendenti, con 15 milioni di clienti e qualcosa come 60 mila chilometri percorsi ogni giorno. Torniamo al tema della discussione e alle istanze da parte di Bus Company.
«Il momento ci vede coinvolti e in prima linea», spiega l’ammistratore delegato della società di trasporto, Enrico Galleano.
«Il contagio non è imputabile al bus, ma a quanto avviene nelle fasi “ante” e “post” rispetto al suo utilizzo. Il bus è il mezzo più rispettoso in fatto di ossequio ai protocolli di sicurezza sanitaria e ai dispositivi tecnici e umani concepiti per proteggere gli utenti».
Il problema, quindi, non starebbe nell’offerta di trasporto, quanto nella domanda. Sono numerosi e autorevoli gli esperti che hanno suggerito cambiamenti proprio in questo senso. Una soluzione che anche Serena Lancione, direttore di Bus Company e presidente per il Piemonte e la Valle d’Aosta di Anav condivide appieno: «La domanda va riconsiderata e ripensata. Gli orari devono essere adattati e spalmati su un arco temporale che permetta di evitare l’assembramento di persone, come sappiamo uno dei principali fattori scatenanti il contagio virale. Gli orari di scuola e delle attività economiche sono i grandi attrattori di traffico: è su questi due ambiti che occorre operare per diluire le presenze degli utilizzatori del mezzo pubblico di trasporto. In questi mesi non abbiamo mai smesso di appellarci al senso civico dei nostri passeggeri, chiedendo loro aiuto e collaborazione, invitandoli a tenere sui mezzi la giusta distanza tra di loro e a limitare al minimo i contatti con il nostro personale viaggiante. Abbiamo chiesto, e continuiamo a chiedere a tutti in questo periodo, di utilizzare la tecnologia che oggi consente di poter salire sui nostri mezzi con maggiore facilità. Auspichiamo comportamenti re­sponsabili da parte di tutti, ma abbiamo certezza che le norme a cui facciamo riferimento sono rigorose e dettagliate».
In molti, però, vedendo le immagini dei bus affollati delle ultime settimane, hanno pensato che forse le aziende di trasporto pubblico locale si siano fatte trovare un po’ impreparate rispetto allo scenario che si è venuto a determinare con la seconda ondata di epidemia.
A rispondere è Enrico Galleano: «Non è una percezione corretta della realtà. L’affollamento sui bus, come ogni anno, è stato causato nei primi 15 giorni dagli orari provvisori dei plessi scolastici. Non sapendo, e comunque non riuscendo a prevedere i flussi, i ragazzi si sono riversati sulle corse di linea e non sulle specifiche corse scolastiche programmate.
Cosicchè durante la vigenza dell’orario provvisorio, le corse programmate risultavano semi vuote e le corse di linea sovraffollate a causa delle uscite anticipate dei ragazzi. In questi anni, lo abbiamo ribadito molte volte, il problema è di riallineare prima dell’inizio della scuola gli orari definitivi con le corse scolastiche programmate. Quest’anno in particolare, a causa della pandemia, è stata aumentata l’offerta di servizio e questa soluzione ha retto bene e a bordo bus, solamente in rarissime e sporadiche occasioni, ci sono state situazioni di sovraffollamento. Infatti, il vero assembramento si è creato alle fermate e nelle autostazioni non sopra gli autobus. Da qui la necessità di risolvere il problema degli assembramenti a terra che non compete alle aziende di trasporto, ma necessita di un coinvolgimento dei comuni e delle scuole. Per questo motivo dobbiamo cogliere l’occasione e non aspettare il post- pandemia per rimodulare gli orari dei servizi, attraverso un’attenta analisi ed un confronto con le scuole, le fabbriche e tutti i plessi produttivi e attrattivi della provincia concretizzando un modello finalizzato a ricalibrare su tutta la giornata l’offerta di autobus, senza aumentare i costi».
Programmare, immaginare nuovi scenari, senza dimenticare le difficoltà incontrate dalle aziende che gestiscono il trasporto pubblico, come quasi tutti i settori economici, in seguito al lockdown. I servizi sono stati garantiti, ma si è verificato un calo importante, intorno al 50%, da parte della domanda, che ha significato una sensibile riduzione delle entrate ricavate dalla vendita dei biglietti. Insomma, è importante fare chiarezza, attuare strategie, condividere soluzioni affinché sia chiaro che i bus non sono la causa dell’aumento dei contagi, responsabilità che non può essere attribuita unicamente al trasporto pubblico.
«Il bus è un mezzo sicuro, sottoposto a costanti sanificazioni e controlli. Lo dimostreremo nei prossimi giorni. Abbiamo incaricato un laboratorio di analisi per testare la qualità dell’aria all’interno dell’autobus attraverso il montaggio di un purificatore specifico usato anche a Wuhan», conclude Enrico Galleano.
«La soluzione? Che tutti facciano la loro parte. Noi, insieme agli enti competenti dovremmo riprogrammare il contesto in cui agisce il trasporto pubblico ed eliminare i “picchi” altrimenti sarà vano ogni discorso ed ogni proposta mirata ad aumentare i mezzi o potenziare le linee. Gli utenti rispettino le regole previste».