Sono inaccettabili e vergognose le speculazioni in atto all’interno del comparto bovino piemontese e cuneese, in cui alcuni grandi gruppi di macellazione del territorio stanno facendo concorrenza diretta ai produttori. È quanto spiega Coldiretti Cuneo nel sottolineare che queste grandi realtà sono diventate, nel tempo, anche proprietari di grossi allevamenti avvantaggiandosi in tal senso nei confronti dei veri allevatori.
“È un fenomeno molto pericoloso” commenta Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo. “Vanno incrementati i controlli al fine di bloccare questi meccanismi che aggravano la situazione già difficile del comparto, costretto a fare i conti con la crisi della ristorazione e del canale Ho.Re.Ca. causata dall’emergenza Covid, ma anche con l’aumento delle importazioni di carne originariamente diretta in altri Paesi”. Si tratta di 120.000 tonnellate di carne bovina europea, ovvero oltre 300.000 capi, destinata al mercato del Nord Africa ma che arriva in Italia e nella Granda dove finisce sugli scaffali della grande distribuzione.
“È sempre più urgente investire in nuovi progetti di filiera che, anche oltre ai confini del nostro territorio, possano valorizzare la nostra pregiata carne di razza Piemontese e quella allevata nella Granda” conclude Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo.
In Provincia di Cuneo la filiera bovina conta più di 3.000 aziende e 330.000 capi allevati, con una netta prevalenza di Piemontese (220.000 capi su un totale di 315.000), prima razza autoctona nazionale e fiore all’occhiello della produzione locale con un fatturato che arriva a 500 milioni di euro.
c.s.