Dal 1° novembre inizia il periodo in cui su tutto il territorio regionale è vietato l’abbruciamento di materiale vegetale, disposizione che resterà in vigore fino al 31 marzo 2021. Grazie ad una legge approvata lo scorso anno, il divieto potrà essere derogato, ma solo per i residui delle coltivazioni, per un massimo di 30 giorni per i Comuni montani e per un massimo di 15 giorni per le aree di pianura.
Le deroghe vanno decise dai sindaci con propria ordinanza, fermo restando i limiti posti dal decreto legislativo 152/2006, che prevede che i Comuni e le altre amministrazioni competenti in materia ambientale abbiano in ogni momento la possibilità di sospendere, differire o vietare l’abbruciamento delle sterpaglie in tutti i casi in cui sussistano condizioni meteorologiche, climatiche o ambientali sfavorevoli, con particolare riferimento al rispetto dei livelli annuali delle polveri sottili.
La deroga ha lo scopo di sostenere l’economia agricola nelle zone montane e collinari, favorendo la corretta gestione dei terreni, nell’ottica anche di una prevenzione dei rischi idrogeologici e di un mantenimento delle coltivazioni agrarie tradizionali con valenza economica, sociale e paesaggistica. In particolare, ciò che si vuole evitare è che si vengano a creare situazioni di pericolo idrogeologico a causa di accumuli incontrollati di residui vegetali in zone destinate al deflusso dell’acqua.
c.s.