La Compagnia Carabinieri di Canelli, alle prime ore dell’alba, ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare dell’Autorità Giudiziaria, nei confronti di 12 persone gravemente indiziate a vario titolo di estorsione e spaccio continuato di sostanze stupefacenti.
Secondo gli elementi di prova raccolti i fermati erano diventati gestori della piazza canellese, astigiana e sud torinese, approvvigionando i propri canali di rifornimento dal bergamasco e ricorrendo anche a metodi estorsivi per costringere acquirenti tossicodipendenti a saldare i debiti contratti.
L’indagine trae origine da una denuncia sporta nel maggio di quest’anno da un cittadino macedone abitante nel canellese: questi, trovatosi nella morsa dei prorpi fornitori di cocaina per nulla intenzionati a concedergli dilazione nei pagamenti per cessioni di droga iniziate nel dicembre 2019, decide di raccontare la sua storia ai Carabinieri di Canelli.
Il malcapitato, non disponendo più di lavoro, decide di trasferirsi in primavera in Germania senza alcun esito per poi ritornare a Canelli nel novembre 2019: da questo momento entra in una spirale depressiva, non riuscendo più a trovare una stabile occupazione, che cerca di lenire con l’uso di droghe acquistate da un africano che gliele vende a 80 € al grammo.
Il rapporto di dipendenza e di conoscenza tra i due va avanti per alcuni mesi finchè il macedone decide di interrompere questo declino e di riprendere in mano le sorti della sua vita. Ma saranno due dosi ancora non pagate che lo convincono a rivolgersi ai Carabinieri: il debito non onorato di 160 €, divenuto in breve di 500 € per gli interessi praticati dagli spacciatori, si trasforma in minacce di morte rivolte a lui e alla sua famiglia che, in un’occasione, ricevono anche la visita di un albanese che, lo sviluppo investigativo, delinearà come il vero capo dell’organizzazione criminale.
Le attività tecniche scaturite, sia telefoniche che di video ripresa, e l’ininterrotta attività di pedinamento svolta all’indomani della denuncia, permettevano di ricostruire un organigramma composto da dodici persone (4 albanesi, 5 italiani, 1 rumeno, 1 macedone ed un ivoriano), che, utilizzando come base logistica dei traffici un’abitazione di uno degli indagati localizzata a Canelli in via Aliberti, si erano assicurati la gestione della piazza di spaccio dell’area monferrina di Canelli, della città di Asti e del chierese.
A capo, cosi come più volte chiamato nelle intercettazioni, si trovava E. V., 37enne albanese residente a Canelli già gravato da precedenti di polizia per furto e lesioni, che, “con l’ausilio di A.V. (42enne milanese domiciliato a Canelli, pluripregiudicato per stupefacenti, reati contro il opatrimonio e la persona) e V.B.C. (34enne rumeno residente a Canelli, pluripregiudicato per armi e reati contro il patrimonio), svolgevano un’intensa e proficua attività di spaccio di stupefacenti nella fattispecie cocaina; in particolare E.V. risultava il promotore-organizzatore-coordinatore di tale attività illecita, utilizzando come collaboratori fidati sia i propri familiari (padre e sorella), che gli amici A.V. e V.B.C. i quali, non svolgendo alcuna attività lavorativa, si trovavano alle sostanziali dipendneze lavorative del primo, il quale impartiva ordini precisi in merito allo svolgimento dell’attività, a partire dall’approvvigionamento fino alla cessione al dettaglio, evitando sistematicamente di esporrsi di persona”.
Un secondo italiano R.P., 40enne Rivolese domiciliato a Chieri (TO) già gravato da precedenti di polizia per stupefacenti e reati contro il patrimonio, si occupava invece del rifornimento dell’area sud torinese.
Cocaina era la droga trattata e avviata sul mercato, che veniva ordinata per telefono ricorrendo a parole convenzionali come “birre o racchette” e consegnata talvolta nei pressi di esercizi pubblici del canellese o nell’abitazione degli indagati. I carichi venivano effettuati nel bergamasco e poi smerciati in questa provincia e in quella torinese; nel corso delle indagini sono stati rinvenuti 6 kg complessivi di cocaina per un giro di affari stimato nell’ordine di mezzo milione di euro con complessive 400 cessioni di stupefacenti a vari acquirenti.
Mesi di continue indagini che hanno permesso di individuare quale rete di spacciatori al dettaglio ulteriori 8 persone:
A.M.L.S., 31enne astigiano residente a Canelli, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio, stupefacenti e falso;
K.M., 37enne albanese residente ad Asti, pluripregiudicato per stupefacenti;
T.N., 36enne albanese residente ad Asti, pluripregiudicato per stupefacenti;
S.V, 63enne albanese residente a Canelli, padre di A.V., vertice dell’organizzazione, gravato da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e la persona;
I.V, 31enne albanese residente a Canelli, sorella di A.V., vertice dell’organizzazione, gravata da precedenti di polizia per truffa, rissa e furto aggravato;
I.D., 44enne torinese residente a Chieri, gravato da plurimi precedenti di polizia per stupefacenti;
M.B., 44enne cuneese residente a Canelli, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio e stupefacenti, nonché sorvegliato speciale;
O.S., 40enne ivoriano domiciliato a Canelli presso il Centro Caritas, non in regola sul territotio nazionale.
Quanto emerso in sede investigativa ha indotto il GIP di Asti ad evidenziare l’estrema pericolosità dell’operato degli indagati e come l’attività illecita perpetrata sia il frutto di un inserimento stabile e continuo nell’ambienete delle persone dedite alla vendita di sostanze stupefacenti, non potendo quindi di certo ritenersi una condotta sporadica ovvero occasionale, ragione per cui non era ipotizzabile alcuna misura possibile se non l’adozione di quelle cautelari.
Gli elementi investigativi raccolti, corroborati da attività tecnica d’intercettazione telefonica, servizi di pedinamento e localizzazione tramite sistemi GPS sulle autovetture in uso agli indagati, convergevano sull’individuazione del gruppo gravemente indiziato tanto da convincere il Tribunale di Asti – Sezione GIP – ad emettere misura cautelare in carcere a carico di 6 soggetti (due albanesi, 3 italiani ed un rumeno), gli arresti domiciliari a carico di altri due italiani e l’obbligo di presentazione alla p.g. per i restanti 4 (2 albanesi, un ivoriano ed un macedone).
All’alba di oggi la Compagnia Carabinieri di Canelli, coadiuvata dal Nucleo Cinofili di Volpiano, ha dato esecuzione alla misura cautelare a carico degli indagati, procedendo nel contempo a perquisizioni domiciliari che hanno consentito il recupero di 2 etti di hashish ed una pistola con matricola abrasa. Gli arrestati si trovano adesso detenuti presso la case circondariale della zona in attesa dell’interrogatorio di garanzia dinnanzi al Gip.
c.s.