Questo era il nostro Monumento in tutta la sua commovente bellezza … Adesso di quello che era un piccolo capolavoro paesaggistico rimane solo piu’ la lapide senza piu’ neanche l’erba ed il muschio che la rendevano cosi’ bella, contornata da qualche nuova pianta sistemata alla rinfusa, dando al tutto un aspetto spettrale
Era il 1955, quando i Partigiani superstiti decisero di erigere un Monumento dedicato ai loro Caduti nella Piazzetta intitolata ad un loro comandante, Mario Scaglione, primo Sindaco della Dronero Liberata .
Un Monumento semplice, ma carico di tanti significati, con cui avevano voluto ricreare simbolicamente un paesaggio tipico delle nostre montagne su cui molti di loro avevano combattuto e molti dei loro compagni avevano dato la vita. Una piccola altura, con sulla cima una roccia ed una cascatella, alla sua base dei piccoli massi scoscesi simili a quelli che avevano incontrato tante volte lungo i loro sentieri, e poi un abete, un’altra conifera più grande, una betulla e tante altre piante più piccole tipiche della nostra Valle. Uomini e donne semplici, umili ma dai grandi valori, avevano saputo costruire quello che giustamente era forse considerato il più bel monumento alla Resistenza di tutta la Provincia, un luogo caro all’intera Comunita’ Dronerese.
Una perizia aveva messo in dubbio la stabilità dell’abete, ma certamente si sarebbe potuto salvare il cipresso, quello che molti ricordano semplicemente come il grande “pino” che si vedeva in lontananza gia’ dall’imbocco del Viale Sarrea. Sarebbe stato certamente possibile tagliare alcuni rami bassi, volendo anche abbassare la chioma di un paio di metri, ma non era assolutamente obbligatorio il suo abbattimento.
A maggior ragione la maestosa betulla poteva essere semplicemente potata, tanto piu’ che alcuni cittadini si erano offerti per sostenere tutti gli eventuali costi, ma anche questa proposta non e’ stata accolta dall’amministrazione comunale .Credo che determinate sensibilita’ avrebbero meritato un rispetto diverso e che si sarebbe dovuto trovare anche all’interno del nostro Direttivo una sintesi unitaria che non desse illa copertura istituzionale allo sfregio di un Monumento che, lo ripeto, apparteneva all’intera Comunita’ Dronerese e non solo ad un numero limitato di persone.
Non mi rimane, a fronte di questo scempio, che rassegnare le mie dimissioni dal Direttivo Dronerese dell’ANPI, pur continuando a condividere tutti i valori che ho sempre cercato nel mio piccolo di mantenere vivi all’interno della mia Citta’ perchè voglio che almeno i più giovani sappiano che non tutti abbiamo dato il nostro consenso a ciò che giustamente viene adesso percepito come un’autentica pugnalata al cuore di Dronero … PER QUEL POCO O TANTO CHE CONTA …. NON NEL MIO NOME !!!
Corrado Beccacini