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Timida di persona, “influencer” sul web

Sui social Giuliana Aimo diventa Giugizu per parlare di tutto ciò che le piace

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Vagando su Insta­gram ci si può im­battere in tutorial di trucco, curiose crea­zioni fai da te, video ricette e “stories” in cui chi parla racconta in modo accattivante la propria giornata. Se si è fortunati ci si può imbattere nella caleidoscopica Giugizu e avere tutto questo insieme, condito da ottima dialettica, incredibili abilità artistiche e un pizzico di autoironia. Giuliana Aimo, imprenditrice tra Langhe e Roero e Giugizu online, posta ogni giorno gustose “stories” sul suo profilo Instagram e coloratissimi video sul suo canale YouTube, raccontano dei suoi favoriti del mese, delle ricette e dei viaggi. L’unica regola che segue? Parlare solo di quello che le piace.

Iniziamo dal nome, perché Giugizu?

«Qualche anno fa ero fissata con il Giappone e una mia cara amica ha iniziato chiamarmi così, perché le suonava giapponese. Mi piaceva ed è rimasto il mio alter ego telematico».

Quando ha iniziato a essere così attiva sui social?
«Da subito, appena sono comparse le prime piattaforme le ho provate tutte. Nella vita sono piuttosto timida e trovo questa modalità di confrontarsi da remoto meno invasiva, mi mette paradossalmente me­­no ansia sociale. Uso poco anche il telefono, chiamo solo in casi di necessità, in fondo mi piace stare nella mia bolla. Per questo motivo non ho patito troppo il periodo del “lockdown”, stavo a casa, tra le mie cose, a svolgere attività che a­mo. Onestamente non era così male».

Spesso al mattino presto posta “stories” su Instagram con sessioni di yoga o descrizioni narrative del suo look per la giornata. Glielo chiederanno in molti ma come trova il tempo?
«Per me vale il motto “il mattino ha l’oro in bocca” e questa video-routine mattutina mi aiuta a darmi la carica e a mettermi di buon umore per affrontare la giornata. È qualcosa che faccio prevalentemente per me. Se un giorno non ne ho voglia, non posto nulla. Questo è il bello, che sia svago, non lavoro».

Lei appare spigliata e spiritosa. Come si impara a comportarsi con tanta naturalezza durante un video?
«All’inizio ero terribile, mi scrivevo il copione che poi recitavo, a rivedermi oggi sembro rigida e ridicola. Non è facile parlare come se ci fosse davvero qualcuno davanti, si impara poco a poco. Ora mi sono più rilassata, racconto pezzi di me come se parlassi con le amiche, la dizione non è perfetta, non sono un’attrice e va bene così. Non amo i video esagitati o trop­po impostati, seguo solo chi è naturale, senza forzature».

Chi sono i suoi “follower”?

«Sono fortunata perché mi se­guono persone carine che commentano o mi scrivono per dire che è piaciuta una mia creazione o hanno provato una crema di cui ho parlato. Sono contenta che il numero dei “follower” non sia eccessivo, per la legge dei grandi numeri quando au­mentano troppo, qualche maleducato arriva».

Come risponde a quelli che le dicono che potrebbe impiegare il tempo diversamente?

«È una domanda classica insieme al “ma alla tua età!?”. Io rispondo che continuerò a farlo finché mi fa stare bene. D’altra parte quando ho iniziato, più di dieci anni fa, nei video su YouTube l’età media era 16-17 anni mentre io ero già trentenne. Per me è catartico e fonte di leggerezza che compensa con il mio ruolo lavorativo, perché dovrei smettere?»

I suoi video sono sempre sottotitolati in perfetto inglese, anche questo richiede tempo e abilità.
«Ho iniziato con YouTube che ha un pubblico più internazionale e spesso mi veniva chiesto di tradurre i vari passaggi dei miei tutorial. In realtà per lavoro uso spesso questa lingua per cui mi viene facile. Anche per lavoro scrivo, guai a usare il telefono!».

Spesso ci si trova a guardare un video dopo l’altro sui social per ore e poi ci si sente in colpa. Le succede?

«Spendo una quantità discreta di tempo sui social. Mi sentirei in colpa se facessi solo quello, ma siccome mi ci dedico dopo aver lavorato magari dieci ore, me lo godo come una valvola di sfogo meritatissima».

Questo tempo passato a leggere post e guardare video che cosa ha sostituito? Ovvero: cosa facevamo prima dei social per passare il tempo?

«Guardavamo “Il grande fratello” e questo ne è semplicemente la versione allargata. Ha so­stituito i film, la lettura, anche le uscite. Cose anche più co­struttive, diciamocelo pure».

Come reagirebbe se le proponessero di stare un mese senza Internet?

«Starei malissimo. Ammetto una certa dipendenza dai social. Non ho mai provato a smettere, anche se mi è venuta la tentazione di staccare durante il “lockdown”, forse perché ero in pace con me stessa, non mi serviva evadere da nulla».