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«Earthphonia è musica vitale»

Il nuovo lavoro di Max Casacci è una ricerca di atmosfere e suoni naturali «La tecnologia diventa green»

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Un disco è un mon­do che ne racchiude tanti altri. Quel­lo di Max Ca­sacci, fondatore dei Subso­nica, moltiplica, se possibile, il concetto.
«È stato un percorso che mi ha portato da un luogo all’altro del pianeta, spinto ogni volta da nuove conoscenze, da persone che mi aprivano quei mondi. Una scoperta continua». Il titolo dell’album, in uscita a dicembre, è “Earthphonia”. Qual­cosa che è difficile paragonare ad altre produzioni, così come è impossibile catalogarlo in un genere musicale. Anche per­ché non è stato realizzato con strumenti musicali, ma con i suoni della natura. Ed è per questo che la tentazione di collegarlo, ad esempio, alla musica “ambient” cade subito: «Da ra­gazzo ho ascoltato tantissimo Brian Eno», dice Max, «ma se anche un po’ di influenza c’è stata, in quel caso si parte sempre dagli strumenti. Qui invece, dalla natura».
La svolta risale a una vacanza di tre anni fa all’isola di Gozo, in Grecia. «Assieme ad Hati Suara, per gioco, abbiamo provato a capire che suono avessero le rocce di quella bellissima scogliera. Non avevamo strumenti professionali con noi, solo il minimo indispensabile per registrare qualcosa. La meraviglia è stata scoprire in seguito che quei suoni creavano una sequenza musicale, le strane pietre calcaree avevano suoni che si accordavano perfettamente tra loro». È la storia di Ta’Cenc, il brano che apre una nuova strada. Musica di pietra che in seguito diventerà musica dell’acqua. Il nuovo miracolo avviene grazie all’incontro con l’artista biellese Michelangelo Pistoletto. Max a Biella capta i suoni di sorgenti e corsi d’acqua che attraversano luoghi sacri e santuari, fino alle pale che trasformano quell’impeto in energia. Tra i suoni ci sono anche il sibilo dei bollitori dell’acqua nell’opera di Pistoletto, “Orchestra di stracci”. E il percorso arriva forse al suo apice. «Perché», dice Max, «mi fa pensare a un uso della tecnologia finalmente in piena sintonia con l’ambiente naturale. Che poi è lo stesso concetto delle tecnologie “green”, al servizio della natura. Ecco, se c’è un messaggio che emerge da questo lavoro, sta nella possibilità di vedere un futuro migliore per tutti grazie a un maggiore equilibrio e a una consapevolezza della bellezza che circonda ciascuno di noi».
“Earthphonia” è infatti anche un vero e proprio manifesto politico. Che condivide in pieno le istanze espresse dai giovani nei “Fridays for future”. Tutto ruota attorno alla centralità dell’Oceano espressa dal brano “Oceanbreath”. Qui il respiro del mare trasmette sensazioni straordinarie assieme alla consapevolezza di quanto sia un ambiente da salvaguardare. «L’Oceano è il nostro polmone blu», ricorda il chitarrista dei Subsonica, «e produce buona par­te dell’ossigeno che respiriamo tutti i giorni, assorbendo un terzo dell’anidride carbonica. Non possiamo farne a meno». Ecco allora il manifesto: questo album può diventare un messaggio che anche i giovani possono condividere. «Non mi aspetto che i ragazzi che seguivano i Subsonica apprezzino senza remore questo lavoro. È qualcosa di diverso. Ma chi è interessato a certi valori, chi cerca nella musica certi messaggi, troverà materiale in abbondanza. I giovani hanno capito quanto siano importanti le tematiche che riguardano la qualità del nostro ambiente naturale. In questo senso, hanno le idee chiarissime. O sei con loro o non lo sei. Questa musica è la bandiera di chi ama la natura».
Si può anche dire che la crisi portata dal Covid abbia un risvolto a cui guardare con ottimismo. «Forse sì. Forse il fatto di essere stati costretti a fermarci così bruscamente, ci ha spinto anche a guardare con più attenzione a certi valori. Sfor­zandoci a immaginare una realtà alternativa, quando questa epidemia sarà superata e ancora si dovranno affrontare le conseguenze economiche della crisi». Più attenzione al­l’ambiente naturale, più cura di noi stessi. Con la tecnologia che favorisce il cambiamento. Un po’ come la tecnologia che nel caso di Max Casacci ha dettato i tempi di una nuova musica, composta so­lo da suggestioni naturali. Può essere un nuovo inizio. «Sarebbe bellissimo, il cammino è appena cominciato».