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La fototerapia a domicilio dell’utente: ecco le soluzioni di Ederma

Con il marchio esalux si offre un sostegno innovativo e concreto

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Da oltre vent’anni Alber­to Garro si occupa di fototerapia. «È stata un’esigenza personale a spingermi. Da anni soffrivo di una forma di psoriasi generalizzata, sempre più diffusa, a cui si era aggiunta la vitiligine: si tratta di patologie dermatologiche a scatenamento autoimmune, su una ba­se genetica predisposta. In I­sraele avevo conosciuto le prime forme di fototerapia Uvb, ancora a banda larga, che dimostravano una grande efficacia a fronte di effetti collaterali minimi e facilmente controllabili, ma in Italia la diffusione di apparecchiature era scarsissima, limitata ad alcuni ambulatori ospedalieri la cui fruibilità non era certamente comoda».
Fu così che la formazione tecnica portò Alberto Garro a creare il marchio Ederma, con l’apertura di centri di trattamenti dislocati in 27 città italiane, dove veniva offerto in privato il servizio di fototerapia, osservando i protocolli terapeutici più sicuri ed efficaci, in partenariato con strutture poliambulatoriali e medici der­ma­­tologi che da tempo prescrivevano la fototerapia qualora indicata a risolvere o contenere diversi casi di psoriasi, vitiligine, dermatite atopica e alcune altre patologie rispondenti ai raggi ultravioletti.
«Ben presto però mi accorsi che la costanza che richiedeva 3 esposizioni settimanali veniva solo parzialmente rispettata, a causa di impegni personali e professionali che incombono sulle giornate di tutti, impedendo sovente quella regolarità di somministrazione, benché limitata a pochi minuti, che però è essenziale per ottenere i migliori risultati dalla fototerapia. Occorreva un cambio di passo… occorreva che la fototerapia an­dasse a casa dell’utente, per renderla “friendly”, per avere i maggiori benefici con il minimo tempo dedicato».
Con la collaborazione di ingegneri, tecnici e medici collaboratori di Ederma, Garro progettò apparecchiature basiche, destinate a en­trare direttamente nelle case degli utenti che su prescrizione del me­dico avevano indicazione ai trattamenti con la fototerapia, riconoscendone le valenze tra le diverse opzioni terapeutiche.
«Siamo giunti a una gamma completa, che soddisfa qualsiasi esigenza, con ingombri contenuti e costi accettabili: unici costruttori in Italia, ci confrontiamo con colossi tedeschi e americani, ma sempre con il vantaggio competitivo che possiamo disporre di una grande esperienza nell’applicazione della fototerapia, proveniente dai nostri centri Ederma. L’attività è ora essenzialmente diretta al noleggio delle attrezzature per il periodo necessario, con consegne rapide su tutto il territorio nazionale: per l’estero ci limitiamo alla vendita».
Dal periodo pandemico Ederma ha varato una formula di noleggio facilitato che semplifica di molto le procedure di attivazione, andando incontro all’utenza ed evitando, per quanto possibile, la richiesta di cauzioni: molto ap­prezzata anche sotto il profilo etico, sta premiando gli sforzi aziendali con richieste sempre in aumento, anche da parte di utenze colpite dalla crisi economica. Ederma ha nel frattempo rivolto le proprie attenzioni an­che al mondo dei disturbi dell’umore, con sorgenti di emissione (“full spectrum”) adatte a trattare le depressioni (stagionali o maggiori), così frequenti in questi ultimi tempi e aggravate dalla situazione di isolamento forzato cui tutti sono sottoposti.
Il nuovo marchio Esalux, seguito da Martina Garro, psicologa e psicoterapeuta, permette di offrire a chi ne ha necessità un sostegno innovativo ed efficace senza la necessità di assumere farmaci, che sovente sono mal tollerati: la “Light therapy”, piuttosto diffusa nel Nord Europa, può arrivare a sostituire alcuni dei farmaci più utilizzati, senza alcun effetto collaterale. Anche qui il trattamento viene offerto a casa propria, mediante il noleggio, previa concertazione con la psicologa che valuterà il singolo caso stabilendo tempi e orari di somministrazione: «Di norma la depressione stagionale richiede mezz’ora la mattina, per un periodo di uno o due mesi», precisa la dottoressa Garro, «ma occorre stabilire il proprio cronotipo e valutare l’origine della depressione».