“Covid hotel” anche nel cuneese per i pazienti dimessi ma ancora positivi e per chi non può isolarsi

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Sono 63 gli alberghi del Piemonte che al 17 novembre hanno risposto alla manifestazione di interesse pubblicata dall’Unità di crisi, per mettere a disposizione le proprie stanze per l’accoglienza di pazienti Covid dimissibili dagli ospedali, ma ancora positivi e quindi impossibilitati a rientrare al proprio domicilio, e di pazienti asintomatici o paucisintomatici che non possono efficacemente essere isolati nel proprio nucleo familiare. In tutto, le camere messe a disposizione sono 2.271, che possono accogliere uno o più pazienti, sulla base delle specifiche situazioni, così suddivise per provincia: 34 Alessandria; 20 Asti; 57 Biella; 61 Cuneo; 65 Novara; 1644 Torino; 90 Vercelli; 300 Vco. Altre strutture si aggiungeranno nei prossimi giorni, visto che la procedura rimane aperta e che diverse aziende hanno già provveduto di propria iniziativa a individuare strutture idonee e a contrattualizzarle, per arrivare allo standard imposto dalla normativa di acquisire un posto letto ogni 4 mila residenti. All’interno degli alberghi, l’assistenza verrà assicurata da operatori che abbiano o stiano conseguendo una qualifica da Oss, oppure abbiano un attestato di qualifica di assistente domiciliare, un diploma di tecnico dei servizi socio-sanitari, una laurea in educazione professionale o persone che abbiano svolto per almeno sei mesi assistenza al domicilio di anziani non autosufficienti. «Con questa misura», dichiara l’assessore alla sanità, Luigi Icardi, «l’Am­mini­strazione regionale in­­tende con­­tribuire a fare in mo­­do che il ricovero ospedaliero sia limitato ai soli casi in cui que­sto sia effettivamente ne­ces­­sario, al fine di mantenere la pie­­na funzionalità dei servizi sa­nitari essenziali. Inoltre, si fornisce una risposta concreta a quelle persone, che, risultate positive al virus, abbiano bisogno di un luogo dove trascorrere la quarantena, per evitare di trasmetterlo ai familiari». «Abbiamo lavorato alla creazione della rete di alberghi assistiti con la Protezione civile tramite le Federalberghi provinciali», sottolinea l’assessore regionale alla Protezione civile, Marco Gabusi, «avendo cura di selezionare le strutture con il maggiore comfort per gli ospiti. In pochi giorni abbiamo ottenuto un elenco di strutture che saranno valutate dalle Asl seguendo criteri di adeguatezza di spazi e servizi per poi procedere alla contrattualizzazione». «Ancora una volta», afferma l’assessore regionale al turismo, Vittoria Poggio, «la collaborazione tra pubblico e privato si rende proficua e indispensabile. Un ringraziamento a tutte le strutture ricettive che hanno partecipato, andando così ad aiutare quelle realtà assistenziali in difficoltà a causa del complesso momento storico che stiamo vivendo».