L’opinione di Biagio Fabrizio Carillo – La normalità del male – Io la penso così

Ritenere che gli autori di delitti efferati abbiamo dato in precedenza gravi segnali di squilibrio è una prospettiva fuorviante

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Il recente omicidio avvenuto a Carignano, in provincia di Torino, che ha causato la morte di quattro persone (una donna, i suoi due figli di due anni e il marito, autore dell’omicidio della propria famiglia, poi suicidatosi) è solo l’ultimo di un lungo elenco di vicende di cronaca nera in cui accanto all’efferatezza del delitto commesso, colpisce l’apparente normalità di chi lo ha perpetrato. Destabilizza, infatti, non riuscire a ravvisare in coloro i quali si macchiano di atrocità del genere tratti distintivi in grado di farceli etichettare come “anormali” e quindi poter allontanare da noi l’idea che episodi del genere possano in qualche modo riguardarci. Il fatto che l’autore dell’omicidio-suicidio sia descritto come “normale” determina un “surplus” di angoscia. In realtà non è nemmeno così facile definire le caratteristiche che contraddistinguono la “normalità”, per cui è opportuno ragionare partendo da altri presupposti.