L’opinione di Biagio Fabrizio Carillo – La normalità del male – Vi spiego perchè

Un evento scatenante può determinare azioni sconsiderate, magari nemmeno premeditate

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Come ci insegnano i trattati di psichiatria forense, purtroppo spesso non esiste una chiara ed evidente sintomatologia dalla quale si possa evidenziare una malattia mentale conclamata, ma è possibile che ci siano dei vaghi e sfumati campanelli d’allarme. Sono molto frequenti le reazioni definite “raptus del malinconico” che contraddistinguono quelle
persone con un vissuto di una sofferenza magari latente e che al verificarsi di un evento scatenante come l’abbandono o il fallimento di un matrimonio, non riescono ad accettarlo. Ovviamente una separazione o un abbandono non possono in nessun caso essere presi a giustificazione di azioni del genere, però aiutano a spiegare quella sorta di cortocircuito da cui si originano dei gesti estremi, il tutto da contestualizzare nel quadro di una depressione che non necessariamente è già conclamata. Abbiamo visto che molte volte non sono i soggetti malati di mente a commettere delitti efferati, ma quelli definiti normali. La criminologia prende a prestito dalla psicologia forense le categorie
delle malattie mentali e cerca di inquadrare un soggetto che è normale. La normalità va studiata ancora più a fondo delle categorie criminologiche, riguardo alla tipologia di autori di crimini di impeto. Le motivazioni che portano
a compiere gesti eclatanti su quadri di persone con questo tipo di problematiche possono essere la gelosia, il desiderio di vendetta o il rancore. Nel caso di un delitto intrafamiliare non è detto che esso sia progettato o lucidamente premeditato. La vera difficoltà in questi casi è decodificare bene i segnali, quando ci sono. Magari la persona li manda ma non è facile coglierli. Bisognerebbe saper collocarein una struttura di personalità le reazioni da stress, i silenzi, gli sbalzi di umore, che si intervallano con più frequenza. Per fortuna non si passa sempre all’atto criminale; ciò non toglie che una buona percentuale delle persone che commettono questi gesti eclatanti vengono poi definiti normali e se hanno malattie psichiatriche sono latenti, dunque non facilmente individuabili. Inoltre, a differenza di quanto avviene nei femminicidi, non c’è un’escalation della violenza che culmina nell’omicidio e permette di prevenire maggiormente una prognosi criminale infausta. Di fronte a questi avvenimenti così violenti, siamo costretti a confrontarci con queste situazioni e mettere in discussione i nostri modi di intendere e ragionare intorno alla normalità.