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«Non la daremo mai vinta al virus»

Grande prova di resilienza della Bosca San Bernardo Cuneo, con 5 giovanissime in campo in A1

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Giocare in palazzetti senza il calore e i colori dei tifosi rischia di rendere ogni partita uguale alla precedente o alla successiva. Cambia il risultato, magari il livello della prestazione offerta in campo, ma manca l’emozione derivante dall’avere il pubblico che sostiene nei momenti difficili e gioisce per ogni pallone messo a terra dalla propria schiacciatrice. Tra tante partite rese così simili dal Covid ce n’è una destinata a rimanere scolpita nella memoria di chi l’ha vissuta. A inizio me­se, infatti, la Bosca San Bernardo Cuneo è torna in campo per il campionato di A1 a distanza di ventidue giorni dal vittorioso derby con Chieri e lo ha fatto schierando una formazione ampiamente rimaneggiata. Con le “gatte” biancorosse intente a recuperare dal virus debilitante, sono state le giovani della Granda Volley Aca­demy a guadagnarsi sul campo una di quelle giornate memorabili. Sul campo del­l’Imoco Volley Co­negliano, campione del mondo in carica, è andato in scena l’esordio assoluto nella massima serie di ben cinque giovani promesse biancorosse: Melissa An­deng, Beatrice Battistino, Carola Giu­liano, Alessandra Montabone e Noemi Moschet­tini.
Inconsueta anche la figura in panchina, dove, vista la positività degli allenatori della squadra, si è seduto il presidente della società, Diego Borgna. Proprio con lui IDEA prova a capire i tanti significati di quel “match”, a cui ne sono seguiti altri, con il ritorno alla vittoria, nell’ultima partita casalinga contro Busto Arstizio.

Contro Conegliano il risultato era l’ultima cosa a contare…

«Eravamo consapevoli di affrontare una corazzata, contro la quale avremmo dovuto giocare al 150% per vincere anche con la formazione tipo. Però siamo tornati a giocare e l’abbiamo fatto, onorando il match fino alla fine. Abbiamo visto alcuni elementi del nostro settore giovanile che in prospettiva possono diventare delle buone atlete».

Da più parti è stata sottolineata la resilienza che avete dimostrato scendendo in campo comunque. Com’è scaturita questa decisione?

«Siamo voluti scendere in campo contro le campionesse del mondo per compiere un atto di resilienza e lanciare un messaggio ai nostri “sponsor” e ai nostri tifosi, i quali ci sono stati accanto con grande affetto in questo periodo così difficile che rischia di avere ripercussioni negative sulla pallavolo femminile cuneese, nonostante il suo evidente impatto positivo sul sociale. Abbiamo deciso di giocare perché non vogliamo darla vinta a questo virus e intendiamo continuare a tenere alto il nome della provincia di Cuneo in giro per l’Italia. Prima di questo match siamo stati costretti a rinviare diverse partite; non volevamo complicare la vita alle formazioni che giocano in Champions Lea­gue, rischiando di metterle in difficoltà con partite di coppa e campionato molto ravvicinate. Se le nostre squadre vanno avanti in Europa è un bene per tutta la pallavolo italiana».

Che effetti ha avuto sul gruppo il fatto che molte atlete hanno dovuto affrontare il Covid?

«Le ha unite ancora di più. Già era un gruppo straordinariamente coeso prima, ora quel legame è ancora più forte. Durante l’isolamento si sono sentite, incoraggiate a vicenda e, visto che tante erano asintomatiche, han­no continuato ad allenarsi in casa, usando la tecnologia per essere seguite al meglio».