Scendono in campo le Gators: parola alla capitana Benedetta Nicola

La formazione saviglianese lancia il suo ultimo progetto, che prevede 17 ragazze già in squadra e mira a coinvolgerne altre ancora

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L’ultima realtà messa in campo dal B.C. Gators è la formazione femminile senior. Si tratta di un progetto nato in vista di questa stagione e subito ha attratto interesse. La capitana della formazione, Benedetta Nicola, ha condiviso le sue emozioni di questo primo periodo.

Non vedevamo l’ora di vedervi giocare, ma l’appuntamento è solo rimandato. Raccontaci tre cose belle dei primi due mesi di allenamento.

Innanzitutto avere la possibilità di allenarsi in palestre degne di essere chiamate tali. Arrivando da esperienze passate meno fortunate, abbiamo capito quanto sia fondamentale uno spazio adatto per potersi allenare al meglio.

In secondo luogo la serenità e la gioia di venire ad allenamento; siamo una squadra basata su un forte clima di amicizia, ci piace definirci come una seconda famiglia e questo non può che aumentare la voglia di mettere l’anima dell’allenamento; e in ultimo aver avuto potuto fare delle amichevoli interne alla società. Avevamo una voglia matta di giocare e di mordere la palla con tutti i denti, quindi siamo state molto contente di aver spuntato almeno due partitelle, prima dei provvedimenti che ci hanno fermato tutti.

Come ci si sente a essere la prima squadra senior femminile dei Gators?

Siamo onorate e soprattutto grate alla società di averci dato fiducia ancora prima di conoscerci.

È senza dubbio un bel titolo: nel nostro piccolo, sappiamo che tutto ciò può dare grandi opportunità alle giocatrici più giovani che stanno crescendo sui campi saviglianesi; questo è quello che ci fa più piacere, perché finalmente il basket femminile sta diventando sempre più grande e non vediamo l’ora che questo progetto s’ingrandisca ancora di più.

Ne sentite la responsabilità in qualche modo?

Credo di poter dire che, io e le mie compagne, teniamo molto al portare avanti un esempio: un esempio di ragazze che, nonostante l’età, gli impegni di studio e di lavoro (c’è chi fa anche tutte e due) e nonostante le carenze numeriche di giocatrici, portano avanti la loro passione per il semplice gusto di farlo, senza troppe pretese.

Quindi sì, ci sentiamo responsabili nell’essere da esempio per gli altri, non solo per le altre.

Quante giocatrici siete? Avete ricevuto richieste di aggregarsi alla squadra da parte di giocatrici saviglianesi?

Adesso siamo in 17: Nika, Rebi, Mondo, Little, Erica (la più giovane di tutte), Emma, Elena (l’anima della squadra), Cri (la “mamma” di tutte), Marta (la nostra infortunata), Aurora e io, che formiamo il gruppo delle veterane.

E le nuove arrivate di quest’anno: Marysol (la più grande di tutte), Francesca (la nostra lunga), Betty (già della famiglia Gators da qualche anno), Alice, Adele e Chiara. Siamo molto felici di averle trovate: hanno rinvigorito un po’ la squadra.

Confidiamo ancora nel ritorno di nostre vecchie glorie amatissime (colgo l’occasione per lanciare loro un appello!), che quest’anno purtroppo ci hanno dovuto lasciare: le nostre porte sono sempre aperte per chiunque voglia divertirsi e giocare con noi.

Quale obiettivo vorreste raggiungere come squadra?

Parlare di obiettivi adesso, in questa situazione, è un po’ complicato.

Certamente se dovessero iniziare i campionati (cosa che speriamo tutti) l’obiettivo sarà di giocare al meglio delle nostre potenzialità, per noi, per far crescere le più giovani e per far buona figura davanti al pubblico Gators che è sempre molto legato alle squadre della società.

E poi, sembrerà banale, ma quale squadra che si rispetti non ha l’obiettivo di spaccare tutto e vincere? Nessuna e non ci credo se mi dicono il contrario.

Come sta il movimento femminile? È semplice poterci arrivare in contatto (giocare, vedere partite di serie A ad esempio)?

Il movimento femminile ha allargato il suo bacino solo negli ultimi anni e ancora adesso si fa fatica a trovare numeri consistenti di ragazze che vogliano giocare.

Il settore femminile è sempre una fetta un po’ “particolare” nella pallacanestro (e non solo), per questo motivo molte società preferiscono non scommetterci più di tanto.

Quello che posso dire è che in una società come può essere la nostra ma non solo, avere un movimento femminile attivo costa grandi sacrifici ma è un valore aggiunto e, proprio perché in pochi sono disposti a sfruttare questa possibilità, a parer mio può dare anche tante tante soddisfazioni.

È una cosa molto positiva che, in questi ultimi tempi, si stia cercando di pubblicizzare e raccontare anche le prestazioni di squadre di alto livello, perché le giocatrici delle squadre femminili aspettano solo di avere la giusta attenzione dal mondo dello sport per poter attirare sempre più ragazze che ancora devono scoprire il nostro mondo.

c.s.