Non si ferma, nei paesi del Roero vocati al vino Barbera, quell’onda di emozioni e idee nata a suo tempo con il progetto “Vite ad Oriente”: una virtuosa commistione tra promozione di tratti peculiari del territorio, capace peraltro di focalizzare gli innesti dell’arte dell’Estremo Oriente -in particolare, della Cina- ben esaltati in ciò che è il castello sabaudo di Govone e nell’immobile già sede della Bottega del Vino di Castellinaldo d’Alba.
Quel cammino aveva generato sensazioni lunghe migliaia di chilometri: alimentando peraltro un gemellaggio con la città cinese di Siping, spunti per nuovi mercati turistici ed enoici, ma anche testimonianze solide, concrete, tangibili.
Come gli steli in pietra ideati dallo studio di architettura Colombatto-Cravanzola sulla base di disegni dello scultore Riccardo Cordero che rappresentano in maniera astratta, l’impegno del lavoro nel vigneto e in cantina, sapientemente interpretati e realizzati dai più importanti laboratori artigiani di pietra di Luserna della Valle Infernotto.
Avevano già fatto i loro giri, queste opere d’arte: diventando segni d’attrattiva itinerante tra i paesi coinvolti nel progetto (Canale, Castellinaldo d’Alba, Castagnito, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Priocca e Vezza d’Alba: ossia, i centri in cui il Barbera è vino, ma anche talento, e la cui terra è idonea al Castellinaldo Barbera Doc), ma anche in sedi prestigiose come il Cortile albese della Maddalena durante la fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, e il Museo dell’Arte Orientale di Torino. Ci sono ancora, quegli steli: e sono pronti a diventare punti di riferimento per un vero e proprio museo en plein air lungo la Strada del Barbera, nel solco del progetto “Arte e Paesaggio” curato dallo stesso studio originario.
Dicono lo stesso Luca Colombatto e Giovanni Molino, sindaco-capofila di Castellinaldo: «L’interesse manifestato dall’Unesco nei confronti dell’Italia, nel promuovere la difesa e la valorizzazione del paesaggio storico ed agrario, è la testimonianza più alta e qualificata dell’alto valore culturale che il nostro territorio rappresenta per il Mondo, nelle sue diverse forme espressive, materiali ed immateriali». I sindaci interessati stanno ora lavorando per definire la collocazione esatta di queste opere d’arte: insieme a un catalogo illustrativo delle realtà toccate da “Arte e paesaggio”, per una sua massima diffusione in un avvenire non lontano. Un ponte culturale, dunque: fatto di pietra, vino, pagine, immagini, storia e inviti sinceri alla visita di un Roero che non finisce mai di stupire.
Paolo Destefanis