Tenere sotto controllo e combattere il cimiciato presente in Italia. Questo è l’obiettivo che si pongono i ricercatori e i maggiori esperti del nostro paese, al fine di ottenere una nocciola di qualità, vanto del nostro paese.
Così, nella giornata di oggi (25 Novembre) Ferrero Hazelnut Company ha organizzato un webinar focalizzato sulle ultime scoperte scientifiche, per far fronte a queste avversità. Un percorso che sale dalla Sicilia e arriva fino al Piemonte, analizzando le problematiche causate sia dalle cimici “nostrane” sia dalla presenza sempre più imponente della specie asiatica.
Il Cimiciato, ovvero il danno causato al seguito della puntura dell’insetto sul frutto, avviene nel periodo primaverile, quando le temperature esterne iniziano ad essere più calde per la sopravvivenza di queste specie. La principale conseguenza, causata da questa alterazione sulla materia prima, è un imbrunimento della zona colpita e una sensazione più amara al gusto
Sono svariate le misure che vengono messe in campo per combattere queste avversità, ma è doveroso sottolineare che le due categorie di insetti hanno anche caratteristiche diverse.
Per quanto rigurda la categoria “nostrana”, tenuta sotto controllo sin dagli anni ’90, viene proposta la strategia del corileto. Oltre alle nocciole, questa razza si posa anche su molte altre colture frutticole presenti sul territorio.
Molto più complesso è il trattamento e la difesa applicata per la cimicia asiatica, i cui danni sono addirittura maggiori.
Il suo arrivo, verificatosi negli anni precedenti, ha fatto un vero proprio giro del globo: dal nord America fino all’Europa. Durante la stagione primaverile, vive principalmente sulle piante, per poi spostarsi, durante l’inverno, nelle abitazioni. Durante questo periodo ne sopravvive all’incirca il 17-30%.
Interessante è la lotta biologica, soprattutto per la sua provevienza, ovvero dall’est asiatico, stessa zona di origine di quest’ultima. Con il conseguente arrivo della Trissolcus japonicus, o meglio nota come Vespa Samurai, è stata quasi subito riconosciuta come parassitoide. Il suo “compito” è di rendere sterili le uove rilasciate dalle cimici nelle aeree incolte ma, sempre in quest’aerea, c’è il rischio che vi possa essere la presenza di agenti disinfestanti che ne causerebbero la morte.
Portando l’attenzione sugli ambienti privilegiati da questa specie orientali, vi è, in particolare, una regione dove si è sempre trovata quasi in un ambiente di privilegio per le sue carrateristiche territoriali: il Piemonte.