Da Cuneo a Tenda la solidarietà viaggia in treno

L’iniziativa è stata organizzata dall’Atl del Cuneese e dal Consorzio degli operatori turistici della Granda Conitours

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La gente è in coda di fronte al banco alimentare. Poco distante, nei pressi della stazione, i volontari sono al lavoro per stoccare la mer­ce che arriva dalle altre zone della Francia e dal­l’Italia. Di fronte, nel parcheggio, decollano e atterrano spesso de­gli elicotteri, gli unici mezzi, in­sieme al treno, per raggiungere questa parte di Fran­cia. Siamo a Tenda, quasi due me­si dopo la devastante alluvione del 3 ottobre.
«È come essere in guerra», dice il sindaco Jean Pierre Vassallo. Il primo cittadino aiuta tutti, parla con i suoi collaboratori, incoraggia, coordina. Non si ferma un secondo, ma si commuove quando ricorda le drammatiche ore vissute un mese e mezzo fa. Guardandosi intorno, lo scenario è davvero quello di un paese devastato da un bombardamento. Strade troncate, case distrutte, ponti che non ci sono più. Una comunità isolata dal resto del mondo. In questa parte della Val Roya ormai si arriva solamente con l’elicottero, con qualche fuoristrada o con il treno. La “spesa” si fa al banco alimentare, si mangia quello che arriva dal resto della Francia e dagli «amici italiani», più che mai vicini in questa occasione, e non solo geograficamente. Limone Piemonte è di­stante solo pochi chilometri. Circa un’ora in treno. «Perché non caricare il convoglio di viveri da portare in Francia?». L’idea, nata subito dopo l’alluvione, è stata fatta propria da Conitours e Atl del Cuneese, che grazie all’aiuto di alcune aziende del territorio, hanno iniziato questi viaggi solidali. Una decina dall’inizio dell’emergenza. In uno di questi, avvenuto martedì 17 no­vembre, c’eravamo anche noi per documentare quanto accaduto.
Sul treno partito alle 8,43 dalla stazione di Limone Piemonte ci sono tanti alimenti donati da alcune ditte della Granda: carne, salumi, formaggio, frutta, verdura. Li “scortano” in Francia Bep­pe Carlevaris, presidente di Co­nitours e vice presidente dell’Atl del Cuneese, Armando Erbì, di­rettore di Conitours, e la consigliera di amministrazione dell’Atl del Cuneese Gabriella Giordano. Sono loro, insieme all’aiuto di alcuni volontari, a caricare sul “treno della solidarietà” i viveri per gli amici francesi.
«È nato tutto spontaneamente circa un mese e mezzo fa», spiega Carlevaris. «Abbiamo ricevuto il supporto di alcune aziende del nostro territorio che hanno voluto dare il loro contributo e abbiamo cominciato questi viaggi umanitari, che facciamo con grande piacere. C’era già una stretta amicizia con i nostri vicini francesi, questa emergenza l’ha rinsaldata ancora di più. Siamo accomunati dai disastri provocati dall’alluvione e dall’incertezza del futuro. Insieme dobbiamo risolvere questo grave problema dei collegamenti: serve ripristinare al più presto la tratta ferroviaria, con almeno 10 treni giornalieri per l’inverno, e ricostruire in tempi brevi la strada, di interesse internazionale».
All’arrivo a Tenda c’è il sindaco Vassallo ad attendere il treno. Mentre dà una mano a scaricare i viveri, ci racconta questo periodo così drammatico per il suo paese: «Sono stati giorni terribili, per noi è stato come essere in guerra. Forse siamo vicini a una svolta importante, perché a breve potrebbe essere ripristinata in parte la strada per Breil: sarebbe un passo avanti decisivo per uscire da questa situazione di isolamento. Per fortuna c’è questo treno e ci sono i nostri amici italiani». Il primo cittadino si emoziona quando parla della solidarietà ricevuta dal nostro Paese: «Sappiamo che dall’altra parte del Colle abbiamo dei fratelli: questo è un segno fantastico della loro vicinanza, è bello vedere tutta questa gente disposta ad aiutarci in un periodo per noi così difficile. Noi non molliamo. Grazie, davvero!».
Vicino a Vassallo c’è il sindaco di La Brigue, Daniel Alberti: «For­tunatamente il nostro paese non ha subito danni così grandi come altre località, ma quando sono venuto qui ho visto delle cose incredibili, inimmaginabili. Ci pen­so tutti i giorni, la notte fatico a dormire. Adesso però è il mo­mento di guardare avanti, pensare a ricostruire la strada e a mi­gliorare la ferrovia: da Breil a La Brigue si impiegano quasi due ore per fare 20 chilometri, è troppo, non è possibile. Dobbiamo ri­partire, la gente ha reagito bene, tutti si danno da fare. Ed è commovente vedere la vicinanza dei nostri amici italiani in questo momento di difficoltà».
Una parte dei viveri arrivati dal Cuneese resta sul treno e viene portata proprio a La Brigue, quella scaricata a Tenda finisce nel magazzino allestito di fronte alla stazione, dove converge tutta la merce arrivata in paese. All’in­terno ci lavorano dipendenti co­munali e volontari: «Racco­gliamo tutto quello che arriva», spiega la responsabile Nicole Renault. «In questo momento, grazie al treno, è più facile ricevere prodotti dall’Italia piuttosto che dal resto della Francia». La merce viene poi distribuita al banco alimentare, che si trova a poche centinaia di metri di distanza. È il luogo dove i cittadini si riforniscono: si mettono in coda e in base alle ri­chieste formulate ricevono i prodotti di cui hanno bisogno.
Prima di ripartire per l’Italia, c’è anche il tempo per assistere alla visita di Xavier Pelletier, il prefetto incaricato dal governo francese per gestire l’emergenza nei territori colpiti dall’alluvione. Arriva in elicottero direttamente da Parigi, scambia alcune parole con la de­legazione cuneese («Questo mo­mento difficile testimonia che la nostra amicizia è molto preziosa, grazie») e poi viene accompagnato dal sindaco a visitare i luoghi maggiormente colpiti dall’alluvione. Su uno dei fuoristrada che segue Pelletier saliamo anche noi. Alla guida c’è il capo dei Vigili del fuoco di Tenda, Thierry Terzi. «Una catastrofe», racconta mentre indica case spazzate via, strade che non ci sono più, ponti troncati dalla furia del maltempo. «Eravamo soli al mondo, non potete immaginare cosa è accaduto in quelle ore. Io ho mai visto nulla di simile in tutta la mia vita. Ora la gente sta provando a ripartire, ma è dura. Ci sono persone che hanno perso la casa, la paura è ancora tanta. Ci si chiede: “E se dovesse ricapitare”? ».
Sul treno di ritorno per l’Italia le sensazioni sono contrastanti. Un mix tra la soddisfazione per aver fatto del bene e l’incredulità per quanto visto: «Questa gente sta vivendo un dramma in­credibile», commenta Gabriella Giordano. «È un disastro, che ha toccato anche noi, una situazione che purtroppo dovremo continuare a subire per molti anni. La riconoscenza e il mo­do in cui ve­niamo accolti so­no sempre toccanti. Sentiamo la gioia per quello che stiamo fa­cendo. Abbiamo sempre considerato questa area come una ma­cro­regione, al di là dei confini geo­grafici: adesso non basta la promozione turistica, ci vuole un aiu­to concreto, che diamo vo­len­tieri e che continueremo a da­re, grazie anche alle numerose a­ziende che si sono rese disponibili a partecipare. Perché questa gen­te ha ancora bisogno del nostro aiuto».