Dopo l’ultimo Dpcm, entrato in vigore il 6 novembre, nel quale è stata attribuita “zona rossa” al Piemonte, abbiamo contattato il sindaco di Saluzzo, per avere una dichiarazione in merito alla situazione nel territorio del Marchesato.
Sindaco, può farci un resoconto aggiornato sulla situazione Covid all’interno del comune di Saluzzo?
“Il Covid ha fatto la sua comparsa a Saluzzo, secondo i dati delle autorità sanitarie, il 22 marzo con i primi due positivi. Il 16 marzo era iniziato il primo isolamento fiduciario. L’incremento nella prima fase è stato lento, se facciamo i paragoni con queste settimane: il 31 marzo i contagiati erano 11, il 16 aprile 24, il primo maggio 46. Il picco della prima ondata è stato il 7 maggio con 52. Da quel giorno la curva ha iniziato a scendere. Il 15 maggio avevamo 33 positivi, il primo giugno 10.
Dal 22 giugno al 2 luglio ci siamo assestati ad un solo contagiato. Da quel giorno i positivi hanno ricominciato ad aumentare. Il 31 luglio eravamo tornati a 24 contagiati. Ad agosto nuova lieve flessione: il 14 erano 17, mentre il 31 sono tornati a 22. Fino a inizio ottobre i contagiati sono stati 10-12. Poi l’esplosione della seconda ondata. Il 17 ottobre erano 43 i positivi in città. Appena 5 giorni dopo, il 22, sono più che raddoppiati: 92. Il 23 erano già 148. Il primo novembre siamo arrivati a 280. Picco massimo il 10 novembre con 372 positivi. Da quel giorno lieve flessione fino ai 349 del 23 novembre”.
Per quanto riguarda l’ospedale di Saluzzo? Inizialmente è diventato punto di riferimento per il Covid piemontese.
Si, in questo contesto, l’ospedale di Saluzzo è diventato un centro Covid e tutto il personale sanitario ha lavorato incessantemente per ridurre i disagi dei pazienti. A luglio è ripartita l’attività “normale” del nostro presidio sanitario, fino alle scorse settimane quando c’è stata la nuova riconversione a Covid hospital per affrontare i ricoveri della seconda ondata.
Cosa ne pensa del Piemonte in zona rossa? Sono adeguate le misure vigenti a parer suo?
La situazione è critica, soprattutto per l’alto tasso di ricoveri in ospedale che possono compromettere la piena funzionalità del sistema sanitario. E’ bene essere cauti. Ritengo che si sarebbero potute modulare in maniera differente le misure circa le attività commerciali, lasciandole aperte, ma diluendo gli accessi.
Avete intrapreso iniziative a favore della attività danneggiate, come amministrazione?
Abbiamo previsto riduzioni o esenzioni dei tributi comunali (come la gratuità del suolo pubblico, la riduzione della Tari, la riduzione del canone d’affitto degli immobili commerciali per il periodo giugno-dicembre) e bonus per le famiglie sui servizi a domanda individuale, aggiunta alle misure statali e regionali.
Come sta vivendo da Sindaco questa seconda ondata rispetto alla prima?
In questa seconda ondata c’è meno affanno, perché non c’è quel martellante susseguirsi di decreti nazionali e ordinanze regionali che hanno messo a dura prova la funzionalità dei Comuni. C’è, però, molta più preoccupazione per la diffusione maggiore del virus.
I cittadini di Saluzzo a parer suo, e da quanto può vedere, stanno rispettando le regole?
“I saluzzesi sono generalmente molto cauti ed attenti, rispettosi delle indicazioni”.
Per quanto riguarda la probabile apertura Natalizia e l’allentamento delle misure, a pare suo può avere più risvolti positivi o negativi?
“Non credo sia utile introdurre altri pareri oltre alle indicazioni regionali e soprattutto nazionali, perché non farebbero che generare confusione. Attendiamo di conoscere le determinazioni della conferenza Stato Regioni”.