è sempre più “green” il mondo degli allevatori che fa capo alla filiera del latte piemontese costituita da cooperativa Compral, Inalpi e Ferrero. All’ultima rilevazione, in tema di energia verde, è risultato che il 78 per cento degli allevamenti condotti dai soci utilizza fonti rinnovabili, un percorso caratterizzato da una crescita costante nel tempo, frutto anche di un ritorno economico collegato all’indicizzazione del prezzo alla stalla, e che ha come obiettivo il raggiungimento del 100 per cento dei conferenti nel giro di un anno.
Un dato importante che si concretizza grazie alle tecnologie aziendali utilizzate (biogas e fotovoltaico in primis) e dai certificati bianchi riconosciuti nell’àmbito dell’accordo operativo stabilito tra Compral Latte e la società saluzzese “eViso”, leader nel settore per innovazione e sostenibilità.
Il meccanismo dei certificati bianchi, chiamati anche titoli di efficienza energetica, attesta il conseguimento di risparmi negli usi finali di energia: un certificato equivale al risparmio di una tonnellata equivalente di petrolio. Una strada che il presidente di Compral Latte, Raffaele Tortalla, ha percorso da pioniere nella sua azienda, diventando il migliore “testimonial” fra i 230 soci della cooperativa che fornisce alla filiera, ogni giorno, oltre 5.000 quintali di latte.
«Condividere le informazioni sui consumi in maniera trasparente», spiega Tortalla, «è una modalità oggi largamente diffusa, che assieme a tutta una serie di buone pratiche agronomiche consente ai nostri allevatori di coniugare l’eccellenza qualitativa del latte con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale delle produzioni agricole».
«Quella piemontese è dunque una zootecnia all’avanguardia anche sul fronte del “green”», sottolinea Ambrogio Invernizzi presidente Inalpi, «un comparto in linea con i più avanzati standard europei e mondiali, capace di rispondere alle sfide del mercato globale e alle sensibilità dei consumatori. Un sistema che abbraccia le linee giuda lanciate negli SDGs, i 17 obiettivi previsti dall’Agenda 2030 dell’Onu e sottoscritti dai 193 Paesi membri, che puntano, tra l’altro, a una sempre maggiore sostenibilità delle aziende, nel rispetto del territorio e dell’ambiente. E la filiera corta e certificata del latte è il principale riferimento a cui guardare per riconoscere quei valori e quegli obiettivi sui quali l’Agenda 2030 dell’Onu pone la propria attenzione».
Osserva il direttore Compral, Bartolomeo Bovetti: «Quel 78% di allevamenti che utilizza le energie rinnovabili conferma che anche l’agricoltura è entrata a pieno titolo nell’economia circolare. In tutti questi anni abbiamo lavorato per far sì che l’allevamento fosse considerato parte integrante dell’azienda, concentrando le attenzioni sulle pratiche colturali, le selezioni di alimenti, la cura del benessere animale, arrivando a una gestione corretta e funzionale dei reflui che diventano fertilizzante organico, fornendo nel contempo la sostanza necessaria alla produzione di energia pulita».
«La riduzione delle emissioni», aggiunge Bovetti, «è per noi un traguardo importante, che stiamo raggiungendo grazie al potenziamento della catena logistica, all’ottimizzazione dei servizi e delle risorse professionali. Per esempio, abbiamo fatto in modo che la raccolta di stalla in stalla avvenga sulla base di percorsi preordinati, abbattendo viaggi e chilometri dei camion adibiti al trasporto. Tutti piccoli passi, che uno dopo l’altro, stanno dando risultati più che soddisfacenti».
Gli allevatori sono sempre più “green”
78 aziende su 100 della filiera Compral Latte-Inalpi utilizzano fonti rinnovabili