Brexit, Coldiretti Cuneo: è corsa al Made in Italy in Gran Bretagna

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In controtendenza con l’andamento stagnante del commercio estero dovuto all’emergenza Covid, fanno registrare un balzo del +5,2% le esportazioni italiane di cibo e bevande in Gran Bretagna, spinte dal rischio del “No Deal” ossia di un mancato accordo per la Brexit.

Lo rileva Coldiretti che spiega come all’origine della corsa agli acquisti Made in Italy Oltremanica ci sia la paura dei dazi e degli ostacoli amministrativi e doganali che scatterebbero con il nuovo status di Paese terzo rispetto all’Unione europea.

La situazione al momento resta incerta e mette in allarme le aziende agricole della Granda, per le quali la Gran Bretagna costituisce un importante sbocco di mercato.

Tra i prodotti cuneesi più apprezzati nel Regno Unito – ricorda Coldiretti Cuneo – ci sono il vino, i piccoli frutti, mirtilli in particolare, e i formaggi. Solo con riferimento al vino, supera i 70 milioni di euro il valore dell’export nel Regno Unito delle bottiglie prodotte sulle nostre colline; Moscato, Barolo e Barbaresco si confermano le etichette più richieste dai britannici.

“Preoccupa in caso di No Deal la tutela giuridica dei prodotti DOP e IGP – evidenzia Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – oltre alla concorrenza sleale dei prodotti di imitazione realizzati nei Paesi extracomunitari, come dimostrano le vertenze del passato nei confronti della Gran Bretagna, con casi eclatanti come la vendita di kit per produrre in casa finto Barolo”.

“Con l’uscita dall’UE – aggiunge il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu – c’è il rischio che si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari cuneesi e che si approvino, invece, sistemi di etichettatura come l’etichetta nutrizionale a semaforo che screditano alimenti sani e naturali Made in Cuneo, presenti da secoli sulle nostre tavole”. Per maggiori informazioni visitare il sito web https://cuneo.coldiretti.it

c.s.