«Il mio romanzo, “All’ombra del ciliegio”, sarebbe dovuto uscire a maggio, ma a causa del “lockdown” la pubblicazione è stata posticipata a ottobre, proprio nel giorno del compleanno di mio nonno, cui il libro è dedicato. Si può pensare a una coincidenza, ma io non credo lo sia». Lo dice quasi con gratitudine Ilaria Salzotto, apprezzata “showgirl”, conduttrice televisiva, “web influencer” e adesso anche scrittrice. «Il libro racconta la storia di Bianca», prosegue la fossanese ora residente a Barge con il marito, il musicista Luca Frencia, e il figlio Leonardo, «ma credo anche un po’ di tutti noi che abbiamo voglia di “guardare oltre il ciliegio”, al di là del nostro nido sicuro per raggiungere i nostri obiettivi. Molti lettori ci si stanno riconoscendo, a giudicare dai messaggi che ricevo, e non posso che esserne soddisfatta. Sono molto contenta anche del fatto che alcuni docenti mi abbiano scritto di volerlo leggere con i loro studenti, ragazzi sempre più chiusi nel loro mondo, che spesso hanno paura di scegliere quello che veramente risuona dentro di loro».
Quanto del suo vissuto e delle sue emozioni è finito nel libro?
«Molto. Tanto per cominciare la protagonista vive una dicotomia che anche io ho conosciuto, divisa tra l’amore per il luogo da cui provengo e le difficoltà del provare a emergere dalla realtà della frazione di una cittadina di provincia. Sono originaria di Loreto di Fossano, una frazione di 850 anime, in cui si guarda ancora con una certa diffidenza e non pochi pregiudizi al mondo della moda e dello spettacolo. Una volta entrataci le difficoltà non si esauriscono: è una lotta continua, che una ragazza giovane deve combattere ogni giorno per far capire che oltre alla bellezza ha contenuti da proporre; e, cosa ancora più sconfortante, spesso questa battaglia deve combatterla innanzitutto con le altre donne».
Come si vince questa battaglia?
«Personalmente ho scelto di dedicare tutto il mio tempo libero alla formazione: lo studio è una cosa cui ho sempre tenuto molto. Dopo il percorso di studi nel campo dei servizi sociali, ho scelto psicologia e ho fatto l’insegnante. Stare a scuola, tra i ragazzi, mi piaceva molto e mi piace tutt’ora; spero che il libro possa essere un tramite per tornare a comunicare direttamente con loro».
E poi c’è stata la formazione dei 15 anni a Telecupole…
«Sono stati anni intensissimi, per i quali sono davvero grata: mi hanno insegnato molto e mi hanno regalato l’affetto di un pubblico vasto, tantissime persone per le quali sono diventata il volto che accompagnava ogni giorno il loro pranzo».
Lasciare Telecupole in estate è stato un atto di coraggio, a maggior ragione in un periodo di grande incertezza…
«Molti mi hanno dato della pazza. In realtà è una scelta che avevo maturato almeno da un anno, ma è stato il periodo del “lockdown” a segnare la svolta, portandomi alla piena consapevolezza di quel che, in fondo, avevo già capito. La mia decisione l’ho presa da sola, durante le mie camminate in solitaria in montagna, l’unico momento in cui sono certa di riuscire a parlare con me stessa. Ho avvertito ancora più forte la necessità del cambiamento, di uscire dalla mia zona di comfort. Spesso accade che ci addormentiamo in questo limbo senza accorgerci che di giorno in giorno perdiamo entusiasmo, mentre dobbiamo assecondare il desiderio di cambiamento insito nella nostra natura. Altrimenti non possiamo essere davvero felici».
In effetti il suo è stato un bel cambiamento, anche a livello di pubblico…
«Volevo aprirmi a una platea di persone e posso dire di esserci riuscita, senza perdere quello affezionato di Telecupole, più adulto. A questo si sono aggiunti i ragazzi e nell’arco di un mese e mezzo dalla notizia che avrei lasciato Telecupole sono arrivata a oltre 20.000 follower su Instagram. Mi seguono ragazzine attente ai miei consigli di moda o di makeup, così come le casalinghe interessate al mio blog di cucina. I contenuti che propongo sono variegati, tutti molto curati sotto il profilo dell’immagine e tutti caratterizzati dalla mia impronta: molto miei, potremmo dire».
In questa nuova dimensione di “influencer”, più legata al mondo della moda, la realtà cuneese non le sta un po’ stretta?
«È il contrario: mi stava più stretta la realtà dell’emittente locale, che mi dava grande visibilità ma in un’aerea piuttosto limitata; facendo la “web influencer” posso arrivare a chiunque e collaborare con aziende sull’intero territorio nazionale. Il tutto standomene tranquillamente a Crociera di Barge, luogo in cui vivo e che amo tantissimo».
Per chiudere, una domanda a bruciapelo: rimarrà figlio unico? Il libro, intendo, non il piccolo Leonardo…
«Direi che non rimarranno figli unici, né l’uno né l’altro…».