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Stefano Tacconi: «Onorato di aver preso quel gol che è subito entrato nella storia del calcio»

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Sono tanti i gol capolavoro messi a segno da Diego Armando Maradona nella sua carriera. Merita sicuramente il podio quello realizzato il 3 novembre 1985, al “San Paolo” di Napoli, nella sfida tra i partenopei e la Juventus. Punizione a due in area e l’asso argentino si inventa, calciando praticamente da fermo, una parabola spettacolare, unica, forse irripetibile. A difendere la porta bianconera c’era Stefano Tacconi, storico numero uno juventino che diede vita a sfide sportive (ma anche dialettiche) con Maradona entrate nella storia del calcio. Lo abbiamo contattato, chiedendogli un ricordo di quella punizione e, in particolare, se fosse davvero imparabile: «Se non l’ho presa, significa che era davvero im­possibile», dice Tacconi sorridendo. «Battute a parte», prosegue l’ex “portierone” di origini umbre, «sono in qualche modo onorato di aver subìto quel gol, che è secondo soltanto alla “rete del secolo”, segnata proprio da Diego ai Mondiali del 1986, dopo aver scartato mezza Inghilterra». Del fuoriclasse argentino Tac­coni ricorda anche l’aspetto umano. «Prima di affrontarlo, lo punzecchiavo con qualche dichiarazione pepata, ma poi, in campo, c’era sem­pre grande ri­spet­to. Nella finale di Supercoppa italiana del 1990, sul 5-1 per il Napoli, dissi a Diego: “Hai vinto, adesso però basta”. Mi ascoltò e non infierì. L’an­no prima, invece, in quel di Terni, organizzai un’amichevole be­nefica tra Italia e Argentina. La Fe­derazione non diede la possibilità agli azzurri di giocare, tanto che in cam­po scesero i calciatori della Ter­nana; lui, invece, si pre­sen­tò, a sue spese, e portò tutta la nazionale albiceleste», conclude Tac­coni.