Una decina di furti accertati, circa 100 mila euro a colpo. Entravano nelle ville di persone facoltose con la forza, depredandole, a volte portando via la casseforti. In altre occasioni carpivano la fiducia degli anziani, spacciandosi anche per carabinieri o rappresentanti delle forze dell’ordine, per poi rubare denaro e oggetti preziosi. La Polizia di Cuneo ha sgominato una banda formata da criminali spietati ed esperti: professionisti dei furti, trasfertisti che si muovevano dal Piemonte (anche dal Cuneese) per andare a mettere a segno i loro colpi in Emilia Romagna, in particolare nelle zone di Rimini, Cesena e Forlì. In manette sono finiti sei uomini: 5 si trovano in carcere, uno ai domiciliari. Si tratta di pregiudicati di etnia sinti-piemontese che abitano nelle province di Cuneo, Novara e Asti. I reati di cui sono gravemente indiziati sono associazione a delinquere, furto aggravato plurimo, riciclaggio, porto abusivo di arma comune da sparo, possesso di distintivi contraffatti e resistenza a pubblico ufficiale.
L’operazione è stata condotta dalla Squadra Mobile di Cuneo con la collaborazione dei colleghi di Torino, Rimini, Forlì-Cesena, Asti e Novara, dei Reparti Prevenzione Crimine di Torino e Bologna e del Reparto Cinofili di Torino. A destare l’attenzione degli investigatori sono stati gli insoliti spostamenti degli arrestati, che con una certa regolarità si recavano in Emilia Romagna. Al termine di lunghe indagini fatte di servizi di pedinamento ed osservazione, i poliziotti sono riusciti a risalire all’organizzazione della banda, molto preparata, in cui ogni dettaglio era curato. Per spostarsi, utilizzavano auto rubate a cui di volta in volta cambiavano le targhe. Per non lasciare tracce, guidavano addirittura indossando dei guanti. Una volta in Romagna, si affidavano al basista del gruppo, un 33enne che pensava a fornire una sistemazione che fungeva da quartier generale (un cascinale appartato nei pressi di Igea Marina) e faceva i sopralluoghi nelle case da derubare.
Quindi i criminali entravano in azione, con diverse modalità: a volte carpivano la fiducia delle persone spacciandosi anche per carabinieri, di cui avevano alcune pettorine, o di finanzieri (trovate palette), in altre circostanze entravano forzando porte o finestre per poi sradicare, con l’uso di potenti flessibili, le casseforti murate. In una occasione sono riusciti a caricare in auto una cassaforte da 150 kg, poi aperta successivamente. Rubavano denaro contante, orologi Rolex ed altri gioielli. Colpi che fruttavano anche 100 mila euro. Otto quelli accertati dagli investigatori, che hanno ribattezzato l’operazione “Sorvegliati speciali” per i lunghi pedinamenti necessari per incastrare i criminali. Durante gli arresti, eseguiti nella mattinata di oggi, giovedì 10 dicembre, sono state fatte anche delle perquisizioni. A Rimini è stata recuperata la parte principale più importante: 5000 euro in contanti più anelli e due orologi Rolex, oltre alle pettorine dei carabinieri e agli arnesi utilizzati per i colpi. Tra i componenti della banda anche un cuneese che vive nel campo nomadi, dove sono stati trovati 500 euro in contanti.
“Un risultato importante che ha consentito di assicurare alla giustizia criminali di grande spessore – ha commentato il dirigente della Squadra Mobile di Cuneo Pietro Nen -. E’ stato fondamentale il lavoro fatto dal personale della terza sezione, che ha pedinato e seguito costantemente i componenti della banda nei loro spostamenti”.