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La prima edizione risale al 2015

Chi vince si aggiudica fondi per un milione di euro e trae grandi benefici in termini di turismo e notorietà

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Ma cosa vuol dire, in concreto, diventare “capitale italiana della cultura”? Un po’ di storia, intanto: l’idea di avere una città italiana rappresentante delle bellezze storiche e artistiche del Paese nasce dal 2014 per iniziativa del Ministro dei beni culturali Dario Franceschini con l’obiettivo «di sostenere, incoraggiare e valorizzare l’autonoma capacità progettuale e attuativa delle città, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita e lo sviluppo economico». Il titolo di “capitale della cultura” ha la durata di un anno e garantisce alla città vincitrice fondi per un milione di euro; ma il ritorno più significativo si ha, indubbiamente, in termini di turismo e notorietà nazionale e internazionale: essere la “capitale culturale” del Paese genera un importante afflusso di visitatori e benefici per tutte le attività commerciali e ricettive. Quest’anno è il turno di Parma che, vista la complessa situazione, beneficerà della proroga del titolo anche per il 2021. Nel 2015, per la prima edizione, furono scelte in contemporanea le città di Ravenna, Cagliari, Lecce, Perugia, Siena; poi, negli anni successivi, Mantova, Pistoia e Palermo. Attualmente, per il 2022, sono in corsa Bergamo e Brescia, due città simbolo della tragedia causata dall’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19.