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L’opinione di Giorgio Maria Bergesio – Investire per crescere – Vi spiego perchè

«Con un’iniezione di risorse e progettualità si può dare nuova fiducia al territorio»

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La Regione Piemonte è un contributore attivo, ovvero versa allo Stato più di quanto riceva indietro. Si tratta di un saldo positivo di circa 8 miliardi e mezzo, in virtù del quale è doveroso ottenere la giusta attenzione in particolare per un territorio come quello della Granda, in cui non
mancano tanti imprenditori che portano avanti piccole e medie imprese, accanto a grandi aziende e rappresentano un motivo di orgoglio per la nostra terra. Chiediamo di essere considerati come il resto del Paese e non abbandonati a noi. Come Lega, abbiamo presentato un emendamento alla legge di bilancio che prevede lo stanziamento complessivo di 270 milioni di euro per realizzare il nuovo traforo tra Limone Panice Sottana e Vievola. Intanto però ci sono infrastrutture ferme in attesa di una firma. Per l’“Asti- Cuneo” tutti sono pronti a partire, manca solo l’ok del Mef (Ministero dell’economia e delle finanze, ndr). Abbiamo chiesto al Governo di destinare 500 milioni di euro alla provincia di Cuneo per l’alluvione
di ottobre e di individuare un “commissario ad acta” che possa risolvere immediatamente i problemi procedurali e operare come il Sindaco di Genova per il ponte “Morandi”. La Francia lo ha già fatto.Va anche detto che il presidente Macron due giorni dopo l’alluvione era sul posto, mentre noi
non abbiamo visto nessuno; né il Presidente del Consiglio, né il Ministro delle infrastrutture o quello dell’ambiente, come pure non si è presentato l’Amministratore delegato Anas. La nostra provincia ha bisogno di un’iniezione di risorse e progettualità forte che deve dare Anas, ma che dipende soprattutto dal Governo. C’è poi un’altra via di comunicazione di cui occorre occuparsi: quella digitale, con un “gap” che va colmato. La mancanza di accesso paritario agli strumenti digitali è gravissimo e va colmato quanto prima. La pandemia e la fase post emergenza causeranno modifiche radicali al nostro modo di vivere. Lo sappiamo tutti e dobbiamo fare in modo che perlomeno rappresenti una spinta forte all’innovazione, ai cambiamenti e al recupero del tempo perso in questi anni a causa dei vincoli di stabilità. Le risorse vanno gestite bene e investite per dare sviluppo e non per assistenzialismo fine a sé stesso, perché se ai beneficiari di reddito di cittadinanza non si dà un futuro è un supporto del tutto inutile.