La Royal Rumble Gators, il nuovo format immaginato dalla società saviglianese per mantenere “attivi” i propri tesserati, è partita da un paio di settimane con grandi aspettative di divertimento, la speranza che i ragazzi avrebbero partecipato in massa e, bisogna ammetterlo, un po’ di timore che non succedesse.
La prima sfida della Royal Rumble Gators (RRG) prevedeva di macinare chilometri: ogni chilometro percorso, non importa se camminando o correndo, valeva un punto per la propria squadra. Quando è stata pensata e costruita si voleva spingere sulla voglia dei ragazzi di uscire e fare attività (sempre nel rispetto dei DPCM) all’aperto, ma ovviamente si temeva che quest’anno così difficile, non solo per i malati e per i lavoratori, ma anche per i giovani, avesse avvelenato la voglia di uscire all’aria aperta e fare una corsetta.
Quello che è successo invece è stato l’opposto: fin dai primi due giorni non si riusciva a credere ai numeri che registravano i contapassi dei ragazzi. Decine e decine di chilometri percorsi con la competitività alle stelle e la voglia di giocare per la propria squadra, come non succedeva da quasi un anno. Quando, a fine settimana, gli organizzatori hanno letto i chilometri percorsi da tutte le 10 squadre partecipanti nei cinque giorni della sfida, sono rimasti senza parole: 2.834 chilometri complessivi.
“Ci sono state due storie che ci hanno commosso: la prima è quella di Antonio, che a 12 anni ha corso in 4 ore quasi una mezza maratona (più di 20km), mentre la seconda è la storia di Andrea, che sebbene sia costretto in isolamento nella sua abitazione, non si è fatto abbattere dalle difficoltà oggettive che questa sfida presentava per lui e, in un giorno, ha percorso la bellezza di 12 chilometri, tutti nel proprio cortile di casa. Ci ha dimostrato che se vuoi, puoi.” – spiegano i coach.