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Introdotto dal colonnello Giuliacci, il racconto “La piena assassina” è ambientato in diverse città della Granda

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A Saluzzo, dopo la tragica alluvione, è il pittore Ugo Gi­letta a trovare il corpo senza vita di Beppe Ghisolfi. Gli inquirenti indagano a trecentosessanta gradi e nei giorni successivi saranno interrogati, tra i saluzzesi: la ristoratrice Roberta Arrò de Le quattro stagioni; Gianni Rabbia; Luigi Fassino, presidente del Rotary cittadino. Sarà poi l’agente di Polizia municipale Corrado Costa a chiudere il giallo. Nel libro compaiono anche l’ortopedico Giuliano Mon­ticone e l’assessore comunale Attilia Gullino. Alcune scene sono ambientate presso le Quattro stagioni, L’interno 2, il bar Beppe. Figurano anche personaggi di Cuneo, Alba, Limone Piemonte, Demonte, alcuni degli altri luoghi in cui è ambientato il romanzo di Aliberti Gerbotto. Altri interrogati eccellenti sono Piermaria To­selli, il patron della tv locale presso la quale Ghisolfi lavorava, il giornalista Piero Dadone, Alessandro Zor­gniotti, Aldo Viglione, Pierangelo Marengo, Piero Fraire, Vanni Perrone. A Cuneo, l’avvocato Gianmaria Dalmasso fornisce indizi utili ai fini delle indagini, così come il dottor Giovanni Milano. Una scena è ambientata da Fea’s, il nuovo locale di Viale degli angeli; un’altra al Circolo L’Caprissi. È invece l’agenzia Co­stantino a celebrare il rito funebre, officiato dal vescovo di Saluzzo monsignor Cristiano Bodo, affiancato dal parroco del Duomo cuneese don Mauro e padre Georg. A Limone spicca una scena al ristorante Mac Miche, che coinvolge Bobo Gallo, Chicco Boassi e Baba Cellario. “La piena assassina”, così si intitola l’ope­ra di Aliberti Gerbotto, è introdotta dalla prefazione del colonnello Mario Giuliacci.