«Nuovo ospedale più servizi locali sono la priorità»

La Fondazione per il Santa Croce e Carle di Cuneo ha raccolto in un anno una cifra vicina al milione di euro e ora punta già a nuovi obiettivi

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Anche in casa della Fondazione per l’o­­­­spedale Santa Cro­­ce e Carle di Cu­neo è tempo di bilanci. Abbiamo provato a tirare le som­me di un anno particolarmente complicato per via, so­prattutto, dell’emergenza sa­nitaria e delle gravi conseguenze che ha de­ter­minato, colloquiando con il pre­sidente Ful­vio Moirano. Una chiacchierata che è andata ben oltre le criticità della pandemia, focalizzandosi sulle pros­sime impegnative sfide che attendono la sanità cuneese, a partire dalla progettazione del nuo­vo ospedale da mettere a di­spo­sizione del capoluogo.

Moirano, com’è stato il 2020 della Fondazione?
«Partiamo dalla “raccolta”: no­no­stante l’“annus horribilis” con il quale abbiamo dovuto fa­re i conti, siamo riusciti a ottenere donazioni che, complessivamente, sfiorano il mi­lio­ne di euro. Davvero niente male se si considera che siamo al primo anno di attività».

A proposito di “annus horribilis”, qual è stato il vostro apporto durante la pandemia?
«Quasi tutti i fondi raccolti so­no stati impiegati nell’ambito del­l’emergenza sanitaria. So­prat­­tutto durante la prima on­da­ta, in sinergia con l’amministrazione dell’Azienda ospedaliera Santa Croce e Carle di Cu­neo, abbiamo provveduto ad acq­uistare dispositivi di protezione individuale e strumentazioni da mettere a disposizione di operatori e strutture sanitarie impegnate nella lotta al co­ro­navirus Covid-19».

Altri interventi?
«Con il supporto del Comitato tecnico scientifico presieduto dal dottor Maurizio Grosso, siamo al lavoro per finanziare interventi volti a dotare i nostri nosocomi di attrezzature ca­rat­terizzate dalle tec­no­logie più avanzate. Ma il progetto di cui an­diamo più fie­ri è un altro: ave­r fi­nan­­ziato lo studio di prefattibilità che mi­ra a individuare la se­de del nuovo ospedale».

A che punto siamo?
«Lo studio è pron­to e, a breve, verrà consegnato ufficialmente a noi, in qua­lità di committenti, e al­l’Azienda ospedaliera. Poi, lo presenteremo alla comunità».

Qualche anticipazione?
«La ricollocazione del Santa Cro­ce o, comunque, il suo am­pliamento è un’operazione difficile da mettere in atto; allo stesso tempo, però, la scelta di quel sito favorirebbe l’accessibilità generale della struttura ospedaliera, vista la vicinanza della ferrovia. Al contrario, la sede offerta dal Carle assicurerebbe con maggiore facilità gli spazi necessari, senza prevedere per forza uno sviluppo delle strutture in altezza».

La soluzione che preferisce?

«Non spetta al Cda della Fon­dazione decidere. Gli enti competenti sono Re­gio­ne, Azienda ospedaliera e Comune di Cu­neo. Noi abbiamo soltanto vo­luto for­ni­re alcuni strumenti utili a prendere una decisione e, di conseguenza, ad accelerare l’avvio della progettazione ve­ra e propria, cosa che, di fat­to, darà la possibilità di accedere a contributi statali».

A proposito, c’è traccia del fi­nan­ziamento da 300 milioni di euro annunciato tempo fa dalla Regione?
«Nel contesto delle misure eco­no­miche volte a far ripartire il Paese, quasi sicuramente il Go­­verno finanzierà investimenti nell’edilizia sanitaria. In questo senso, ci aspettiamo che il Piemonte possa ottenere dal Mi­nistero la cifra che è stata annunciata».

Che scenario dobbiamo attenderci per il 2021 in campo sanitario?
«Mi auguro che, a livello nazionale, cambi l’approccio, ovvero che si operi con un pensiero “riformista” e non solo attraverso piccole modifiche organizzative. Questo con l’obiettivo di fornire servizi sanitari di territorio più efficienti. Penso, in particolare, all’armonizzazione del collegamento tra gli ospedali di secondo livello, come quello di Cuneo, con quelli di primo livello, specie per quanto concerne i dipartimenti d’emergenza e accettazione; ma penso anche al po­tenziamento e all’effi­cien­ta­men­to dell’assistenza do­mi­ci­lia­­re, essenziale per poter cu­rare con la giusta attenzione i pa­­zienti anziani e quelli con pa­tologie croniche».

Che 2021 si immagina, invece, per la Fondazione?
«Continueremo a sostenere l’Azien­­da ospedaliera sul fronte della fornitura di at­trezzature e strumentazioni; in parallelo, ci prodigheremo affinché la progettazione del nuo­vo ospedale possa procedere spedita. E, poi, metteremo al centro i giovani».

Una bella notizia! In che modo?

«Sosterremo la formazione di stu­denti e specializzandi: è un investimento che farà bene, in termini di accrescimento delle professionalità qualificate, a tut­ta la sanità cuneese e pie­mon­tese, a ogni livello».