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Vaccino anti Covid: pronto il piano per la prima fase

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«Ora che la pan­demia ci permette di rialzare la testa, siamo già al lavoro per aggiornare il nostro piano pandemico». Lo ha dichiarato il pre­sidente della Regione Pie­monte, Alberto Cirio, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nei giorni scorsi per presentare come il sistema sa­nitario regionale si stia at­trezzando per fronteggiare un’eventuale ter­za ondata, che, ha continuato il presidente, «ci auguriamo tutti di non dover affrontare». «Ma affinché ciò sia possibile dobbiamo prepararci, potenziando ancora di più i nostri posti letto e il sistema di “contact tracing”, accanto al piano per le vaccinazioni anti Covid, che saranno lo strumento fondamentale per vincere questa battaglia». Il piano di vac­­cinazione contro il coronavirus Covid-19 prevede tre fasi in successione: la prima riguarda il personale sanitario e delle Rsa, la seconda il personale sco­lastico, le Forze dell’ordine, i soggetti fragili e gli “over 60”, la terza il resto della popolazione piemontese.
La prima fase, che sarà avviata a fine gennaio, riguarda la somministrazione del vaccino e il relativo richiamo a 120 mila soggetti delle aziende sanitarie e 75 mila delle Rsa. I vaccini saranno consegnati da Pfizer ai 28 “hub” sanitari individuati in Piemonte, che la Regione sta attrezzando con 30 congelatori in grado di assicurare la temperatura di -80° richiesta per la corretta conservazione, e da lì saranno smistati ai presidi sanitari e alle Rsa per procedere con la prima somministrazione e il richiamo dopo una ventina di giorni. Il completamento del­la prima fase è perciò atteso in circa 50 giorni. I 28 “hub” selezionati coprono tutto il Pie­mon­­te in ragione della popolazione servita: 10 sono nel To­rinese, 4 nell’Alessandrino, 2 nel­l’Astigiano, 1 a Biella , 4 nel Cuneese, 3 nel Novarese, 2 nel Verbano, 2 nel Vercellese.
La somministrazione del vaccino sarà operata 7 giorni su 7 da team formati e composti ognuno da un medico, 4 infermieri, 4 Oss e 4 addetti amministrativi. «Per questa prima fase abbiamo scelto di portare il vaccino alle persone e non viceversa per garantire la massima sicurezza al delicatissimo settore sanitario in quella che è a tutti gli effetti una sfida epocale», sottolinea il commissario per l’area giuridico-amministrativa dell’Unità di crisi della Re­gio­ne Piemonte Antonio Ri­nau­do, «Questo vaccino presenta ca­­­ratteristiche tali per cui dobbiamo prestare massima attenzione alla logistica, assicurando, ad esempio, una catena del freddo perfetta e l’ottimizzazione di tutte le fasi preparatorie e di somministrazione».
Per le fasi successive del piano vaccini, che coinvolgono le categorie a rischio e la cittadinanza in generale, il percorso potrà prevedere l’utilizzo di grandi strutture coperte. debitamente attrezzate.
«A Torino l’attuale ospedale temporaneo Valentino si presta benissimo a questa operazione», ha spiegato il commissario generale dell’Unità di crisi della Regione Piemonte Vincenzo Coccolo, il quale ha aggiunto: «L’area in questione verrà rimodulata con una zona di accesso, l’accettazione, l’area di attesa, cinque aree di somministrazione con 60 postazioni ognuna, e una sala post somministrazione per eventuali monitoraggi specifici. Avremo una capacità di somministrazione di 10 mila dosi al giorno».