Arrivata a Cuneo nel bel mezzo di una delle più grandi pandemie della storia, Fabrizia Triolo non ha avuto molto tempo per ambientarsi nella nuova realtà. Il secondo prefetto donna della storia della Granda (dopo Patrizia Impresa, in carica dal 2010 al 2013) si è insediata lo scorso 3 novembre. Poco più di un mese nella provincia del sud Piemonte, in cui ha lavorato molto, «uscendo poco dal Palazzo della Prefettura», riuscendo però a capire già molto della Granda e dei suoi abitanti: «Siete gente seria, con valori importanti e un elevato senso del lavoro».
Prefetto, come sono state queste prime settimane a Cuneo?
«Diciamo che sono uscita poco dal Palazzo della Prefettura (ride, ndr). Sono state settimane molto impegnative: sono arrivata a Cuneo quando si era in piena zona rossa, in regime restrittivo e con tutte le problematiche del caso. Ho rimandato tanti passaggi che solitamente vengono fatti appena avviene l’insediamento, ma ho immediatamente conosciuto le figure istituzionali con cui stiamo lavorando fianco a fianco in questo periodo. Ho cercato di entrare subito dentro il sistema per dare il mio contributo nel tentativo di provare a risolvere le criticità del momento e rispondere alle richieste che arrivano dalla società e dal territorio. Non è una situazione completamente nuova per me: l’ho già affrontata a Biella, nel mio precedente incarico da Prefetto, coinciso proprio con l’inizio della pandemia: quella esperienza mi sta aiutando molto».
Che realtà ha trovato?
«Ho avuto fin da subito la percezione di un territorio ricco, generoso e laborioso. Questa è la mia terza esperienza lavorativa in Piemonte, dopo Alessandria e Biella: da queste prime impressioni, posso dire di avere avuto la conferma di quello che avevo sempre pensato rispetto a questo territorio. Come dite spesso voi cuneesi per descrivervi, qua c’è una grande attitudine al lavoro e al senso del sacrificio. Siete gente seria, con valori preziosi che richiamano la tradizione e che sono importantissimi per trovare un appiglio nei momenti difficili, quando tutto sembra vacillare. Ho conosciuto persone con cui è semplice entrare subito in sintonia e che rendono più facile il nostro lavoro».
Conosceva già Cuneo? È riuscita a visitare e a conoscere un po’ meglio il capoluogo e il territorio della provincia?
«Come ho già detto, sono state settimane molto impegnative, nelle quali sono stata quasi sempre in Prefettura e non ho avuto molto tempo per visitare la città e la provincia. Questo territorio non lo conoscevo. Io sono siciliana, ma mi sono formata professionalmente a Genova, dove vivo. Insomma, non ero così lontana dalla provincia di Cuneo, ma non l’avevo mai visitata. Per quello che ho potuto vedere in questo primo periodo, mi piace molto. La trovo una realtà facile, “easy”, in cui tutto è a dimensione, con una spiccata vocazione alla bellezza e all’eleganza. Qui c’è un garbo innato nelle persone: mi trovo molto bene, questa terra mi trasmette serenità in un momento difficile. E questo mi conforta».
Quali sono le difficoltà principali da affrontare in questo periodo?
«Dobbiamo essere consapevoli che questa pandemia ha cambiato tutto. Noi siamo funzionari generalisti e abbiamo gli strumenti per affrontare tutte le situazioni, ma un’esperienza così forte di sofferenza collettiva prolungata non la ricordo. È come se tutti ci fossimo fermati, in attesa di evoluzioni che ci possano far tornare a come tutto era prima. In questo contesto noi dobbiamo lavorare cercando di trasmettere fiducia alle persone. Gli ambiti specifici della Prefettura sono quelli di fornire buoni servizi in termini di sicurezza e protezione civile. Il nostro obiettivo è dare le migliori risposte alla gente in questo periodo così complicato, sperando che sia di passaggio e che possa essere presto messo alle spalle».
Lei è la seconda donna a ricoprire il ruolo di prefetto a Cuneo. Come vive questa cosa?
«Con molta naturalezza, non è una cosa che mi dà pensieri particolari. Forse perché nella mia amministrazione ci sono molte donne, o perché in questa professione ci sono diversi esempi come il mio. È una cosa che ritengo normale. Mi concentro sulle competenze e sulle capacità delle persone, non sul loro sesso. L’orgoglio personale c’è nell’aver raggiunto certi obiettivi e nel poter ricoprire questo incarico importante, a prescindere dal fatto che io sia donna. Anche perché viviamo in una generazione in cui, fortunatamente, ci sono molte donne che occupano posti di responsabilità».
In conclusione, le chiediamo di rivolgere il suo personale augurio per queste festività e per il nuovo anno agli abitanti della provincia di Cuneo.
«L’augurio è quello che possa passare in fretta questo momento così difficile per tutti, che si possa voltare pagina e ricominciare con una nuova spinta e tanta energia. Auspico che si possa tornare a respirare serenità e sentire di avere finalmente messo alle spalle questo periodo. Quindi in queste feste raccogliamo le forze e speriamo in un brillante 2021, affinché ci possa dare quella luce che il 2020 ci ha negato».