L’aperitivo, una tradizione italiana e piemontese

L’ex dirigente Galliano rammenta personaggi ed episodi: «L’intuizione fu puntare sulla reclame e il successo ci sorprese. Oggi però non sarebbe finita in quel modo»

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L’aperitivo è una tradizione tipicamente italiana, un appuntamento che in tempi di Covid è finito nella lente di ingrandimento delle restrizioni per la sicurezza, per gli assembramenti, ma che tutti si augurano possa tornare serenamente tra le abitudini del tempo libero.
Tradizione italiana e, in particolare, piemontese se è vero che l’antesignano fu Antonio Benedetto Carpano con la sua bottega di liquori fondata nel 1786. Fu questa ditta a produrre la bevanda destinata a diventare l’aperitivo per eccellenza, ovvero il vermut (o alla francese, vermouth), un vino aromatizzato con china che conquistò in breve tempo i favori della Casa reale. Fu proprio Vittorio Emanuele a nominare aperitivo ufficiale di Corte il vermut con china della Carpano, poi ribattezzato “Punt e Mes”. E fu così che cominciò a diffondersi il rito dell’aperitivo, creando epigoni in altre città. Ausano Ra­mazzotti a Milano creò il primo aperitivo non a base di vino, mentre in Piemonte la Martini e Rossi, mescolando un vermut a base di Moscato con erbe aromatiche diede vita al Martini Bianco. E a Novara, una bevanda amarognola chiamata “bitter” fu lanciata dalla Campari.
La moda dell’“happy hour” arrivò in realtà dall’Inghilterra, una trovata commerciale per aumentare i clienti dei bar. Da qui si è diffusa l’usanza, molto italiana, degli stuzzichini e delle chiacchiere all’ora del tramonto o comunque prima di cena, magari anche invece della cena. Ma così si spiega anche l’avventura della A­mericano Marenco e delle decine e decine di realtà che operano da sempre in Piemonte in questo settore. Negli anni ’50-’60 del secolo scorso il “boom” economico fu scandito anche da un crescente consumo di bevande alcoliche da sorseggiare in compagnia: Biancosarti, Vov, Cynar… chi non è più giovanissimo ricorderà le pubblicità di un tempo. Una produzione ricca e consumi sempre sostenuti, qualcosa che fa parte della tradizione e che oggi sembra tornato ai livelli d’eccellenza, anche se in un contesto che è cambiato radicalmente e sotto tutti i punti di vista.