1 – «La Diocesi di Alba sta vivendo questo tempo di pandemia cercando di “immaginare il possibile”, usando una felice espressione di papa Francesco, in tutti i campi.
Nella liturgia e nelle celebrazioni si è cercato di essere molto prudenti e rispettare tutti i protocolli, ma soprattutto abbiamo cercato di valorizzare la preghiera in famiglia, riscoprendo la “chiesa domestica”, dove i genitori sono i veri ministri.
Nel campo della catechesi e della formazione abbiamo cercato di recuperare alcuni momenti attraverso le piattaforme web a cui molti hanno aderito.
Sono convinto che questo tempo ci aiuterà a riscoprire l’essenziale della vita e a farci capire il valore delle relazioni umane; inoltre, ci permetterà di comprendere quanto siamo fragili e bisognosi gli uni degli altri. Siamo tutti sulla stessa barca!
Spero che il dopo pandemia ci trovi diversi, pronti ad affrontare la realtà della vita quotidiana con sguardi diversi e rinnovati; certamente non sarà come prima».
2 – «In questa seconda ondata ho cercato di mantenere i contatti con i miei sacerdoti attraverso telefonate, collegamenti video o qualche visita mirata, sempre in sicurezza. Purtroppo questo 2020 porta con sé il numero, alto, di dieci sacerdoti tornati alla casa del Padre, di cui alcuni ancora in attività. Per me, Vescovo, è un grande dolore, soprattutto pensando che oggi abbiamo un solo seminarista, ma sono fiducioso nel Signore il quale non abbandona la sua Chiesa. Alcuni parroci qua e là si sono ammalati di Covid, ma per fortuna quasi tutti sono risultati asintomatici o con pochi sintomi; questo fatto mi ha portato a fare da sostituto ai parroci in alcune parrocchie per la Santa Messa della domenica. I sacerdoti, anche in questo tempo, hanno dimostrato grande dedizione e hanno continuato a spendersi per la gente, grazie anche a una creatività pastorale straordinaria. Ringrazio il Signore per i nostri sacerdoti e per la loro dedizione e lo zelo pastorale, soprattutto nel campo della carità. L’attenzione ai poveri, agli emigrati, ai malati non è mai venuta meno, merito delle Caritas parrocchiali, del Centro di via Pola e dell’Emporio della solidarietà “Madre Teresa di Calcutta”.
Una rete di prossimità veramente attenta e generosa».
3 – «Certamente questo 2020 lascerà un segno indelebile alla storia della nostra società e della nostra Chiesa, sicuramente ne usciremo tutti cambiati, spero migliori del prima pandemia. Il mio messaggio di speranza è quello di dire “lasciamoci salvare dal Natale”.
Quel Gesù che nasce in una grotta a Betlemme viene per salvarci e per darci fiducia in un mondo migliore: non lasciamoci rubare la speranza, come dice papa Francesco. Buon Natale!
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