Tra le tante trasmissioni che hanno visto impegnato davanti alla telecamera il piemontese c’è anche “Cucina Gambarotta”, un programma di fine anni ‘80 in qualche modo antesignano dei tanti format a tema gastronomico che avrebbero imperversato due decenni più tardi. «Anche in questa circostanza», spiega Gambarotta, «sembra sia stato il caso a far accadere le cose. L’estate precedente era in onda una trasmissione di Renzo Arbore con Marisa Laurito che presentava spezzoni di programmi tv, un po’ sul modello dell’attuale “Techetè”. Piaceva molto al pubblico, ma aveva costi troppo elevati, così per l’estate successiva dissero a me, che ero dipendente Rai, di occuparmi di introdurre i brani dei programmi che sarebbero andati in onda. L’idea di presentarli stando fermo in poltrona non mi piaceva, così ho pensato di fare come uno che, mandati moglie e figli in vacanza e rimasto a casa, si cucina da solo, spadellando qualcosa e intanto mette su una cassetta e vede dei pezzi di tv del passato. Lo studio in cui registravo il programma era quello del Tg3 e i giornalisti a un certo punto insorsero dicendo che mica potevano dare le notizie avvolti dall’odore di soffritto! Dopo una lunga riunione, siamo arrivati al compromesso che avrei preparato soltanto piatti di cucina fredda. Ogni mattina la mia assistente andava a comprare gli ingredienti e al pomeriggio registravamo. Era difficile sbagliare in pieno un piatto non avendo nulla da cuocere, in ogni caso la Rai faceva passare in sovrimpressione una scritta in cui si diceva che non si assumeva la responsabilità del risultato ottenuto a casa. Una volta, però, la scritta servì: facendo la spesa per casa mia vidi degli zucchini enormi tutti acquosi che scoprii essere un ortaggio del Perù. Decisi di fare la trasmissione utilizzando quella verdura, ma tutto quello che cucinammo risultò immangiabile…». “Cucina Gambarotta” fu galeotta anche per altro. «Dopo questa trasmissione», conclude il conduttore, «ho galleggiato su questa fama, del tutto immotivata, di gastronomo, con una lunga sequenza di collaborazioni. Ho diretto per anni una guida gastronomica di Piemonte e Liguria e sono stato chiamato a far parte di diverse giurie gastronomiche».