V-Day, al via la campagna di vaccinazione contro il Covid in Piemonte come in tutta Italia. Questa mattina sono state somministrate le prime 70 dosi di vaccino Pfizer-Biontech a pazienti e operatori sanitari della casa riposo “La Residenza” di Rodello. Un evento tenutosi alla presenza del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il direttore generale dell’Asl Cn2 Massimo Veglio e il vescovo di Alba Marco Brunetti.
“Questo è un giorno estremamente importante – ha detto il presidente Cirio – fino a oggi abbiamo contrastato il Covid con le cure e il contenimento, pagando con il sacrificio economico. Oggi, con il vaccino abbiamo un’arma in più che può davvero permetterci di sconfiggere in via definitiva il virus. Non possiamo più permetterci di fermare il paese. Questo è il momento della responsabilità, dobbiamo tutti noi fare la nostra parte e dare il buon esempio.“
Una giornata con una grande valenza simbolica che potrebbe segnare la svolta nella lotta al Covid. La campagna di vaccinazione prenderà il via i primi giorni di gennaio, coinvolgendo medici, infermieri, personale e residenti delle Rsa. Attese nei prossimi giorni 170mila dosi destinate alla regione Piemonte, 5mila della quali riservate all’Asl Cn2.
“Aspettavamo il vaccino come la possibile via di uscita per un problema che altrimenti è insormontabile. Difficilmente riusciremmo a sopportare una terza ondata, se si verificasse con la stessa violenza con cui si sono verificate le prime due – ha detto il direttore Veglio – ci auguriamo che le persone aderiscano in massa alla campagna di vaccinazione. Più persone saranno vaccinate più sarà difficile per il virus averla vinta. Ci vorranno diversi mesi per raggiungere gli obiettivi, e in questi mesi si dovrà continuare rispettare le regole del distanziamento. “
Non è mancato un monito per la popolazione, a fronte di un sempre più diffuso scetticismo nei confronti dei vaccini: “vaccinarsi è un gesto di responsabilità e di amore. Vuol dire che capiamo che il Covid è un problema di tutti, soprattutto delle persone più fragili. O ci togliamo dalla vista del virus e ci chiudiamo in casa. Ma questo comporta dei problemi di tipo sociale ed economico. Oppure ci rendiamo invisibili al virus. E questo lo si ottiene con il vaccino. Il vaccino quindi è strada che dobbiamo percorrere tutti insieme. Serve quando tutta la comunità ne comprende l’importanza.”
I primi a sottoporsi pubblicamente alla vaccinazione sono stati l direttore sanitario della struttura Enzo Abrigo e la coordinatrice infermieristica Antonella Cortese: “sono stati dei mesi molto difficili. Ci sono stati diversi oltre trenta casi di Covid, tra ospiti e operatori. Alcuni pazienti non ce l’hanno fatta. Il personale non contagiato ha lavorato con tutte le sue forze. Nessuno si è tirato indietro. Abbiamo aspettato per molto tempo il vaccino. Ora è necessario farlo” ha commentato il dott. Abrigo.