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Busca e Costigliole insieme per ricordare l’eccidio di Ceretto, nonostante il Covid (FOTO E VIDEO)

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Si è svolta in forma non pubblica, quest’anno, a causa delle disposizioni emanate in relazione all’emergenza epidemiologica da Covid-19, la celebrazione dell’anniversario dell’eccidio di Ceretto, avvenuto 77 anni fa, il 5 gennaio 1944, nella frazione Ceretto situata fra Busca e Costigliole Saluzzo, i due comuni che per quei fatti ricevettero nel 2006 la Medaglia d’argento a Valore civile.

La Città di Busca e il Comune di Costigliole hanno organizzato insieme la commemorazione, con i comitati locali dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) e dell’Ana (Associazione nazionale Alpini) e con l’associazione 5 Gennaio.

“Ricordare i 27 innocenti caduti il 5 gennaio 1944 a Ceretto – ha sottolineato il sindaco di Busca Gallo – significa condividere prospettive, diritti e doveri. Significa pensarsi dentro un futuro comune da costruire insieme e sentirsi protagonisti della crescita del proprio Paese”.

La celebrazione è avvenuta a Ceretto, con la partecipazione dei due sindaci, Marco Gallo e Fabrizio Giacomo Nasi, e dei rappresentanti delle istituzioni, i quali alle ore 10 si sono trovati nei pressi del monumento alla fermata di Ceretto e hanno deposto poi la corona d’alloro alla lapide dei Caduti in piazza Martiri della Libertà. A seguire, alle 11, la messa nella parrocchia Santa Maria Maddalena in Costigliole.

Nell’eccidio furono uccisi 27 civili innocenti, rastrellati dai nazi-fascisti nei campi e nelle case e trucidati nella piazzetta della frazione al confine fa Busca e Costigliole.

“Ogni anno questo momento – dice il presidente dell’associazione 5 Gennaio e assessore comunale di Costigliole Ivo Sola – è per noi fondamentale per non dimenticare e per mantenere nei nostri animi quel senso di giustizia e di pace lasciato in eredità dai nostri martiri, che per questi principi sono caduti”.

Intanto, è stata annunciata l’uscita di un libro sulla strage di Cerettto, curato dal già presidente dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo Livio Berardo, che raccoglie nuovi e importanti documenti, molti dei quali inediti, con lettere e fotografie emersi dopo anni di ricerche che permetteranno di ricostruire in modo approfondito quella tragedia e il clima di quei giorni.

L’eccidio fu commesso per dare una lezione, per far capire alla popolazione del saluzzese che i nazifascisti erano decisi a non permettere che la “malapianta” della Resistenza potesse protendersi verso la pianura, una pianura il cui controllo era assolutamente necessario per mantenere i collegamenti con Torino.

L’azione fu dunque intimidatoria, dal momento che nella zona non esistevano ancora formazioni partigiane organizzate e fu facile per le forze tedesche e per le esordienti truppe della Gnr (Guardia Nazionale Repubblicana, istituita dalla Repubblica Sociale Italiana l’8 dicembre 1943) procedere all’operazione.

Si volle, tuttavia, trovare un pretesto, creare il casus belli. Si disse che l’azione contro Ceretto fosse la naturale conseguenza di una azione “ribellistica” condotta da cinque giovani costigliolesi il 23 dicembre 1943 a Villafalletto, durante la quale era rimasto mortalmente ferito un carabiniere.