Avanza a passi da gigante la rivoluzione della New Space Economy, la nuova realtà che vede le applicazioni delle tecnologie spaziali sempre più al servizio della società, un ruolo di rilievo crescente per i privati e tecnologie che rendono lo spazio più accessibile, anche economicamente, a centri di ricerca, università e aziende.
Questi temi sono stati al centro dell’interessante convegno che si è svolto online nei giorni scorsi e a cui sono intervenuti oltre 100 tra i principali soggetti coinvolti, da 43 Paesi nel mondo, interessati su vari fronti a questo cambiamento e che stanno dimostrando maggiore interesse anche attraverso applicazioni pratiche.
Molti gli interventi nel corso della due giorni di dibattito, tra cui quelli di: Salvo Mizzi, direttore di Fondazione Enea Tech; Jean Jaques Dornain, ex direttore generale di Esa (European Space Agency); Maria Cristina Falvella, presidente della Fondazione E. Amaldi e Massimiliano Salini, responsabile del settore “industry, research and energy” del Parlamento europeo. Tra le relazioni di maggiore interesse sicuramente quella di Giorgio Saccoccia. Il presidente di Asi (Agenzia Spaziale Italiana) ha infatti dichiarato che «la New Space Economy rappresenta un cambio di paradigma radicale che fa dello spazio un settore completo a supporto della società, un traino per l’innovazione e per il sostegno all’occupazione».
Protagonista anche PierPaolo Carini, amministratore delegato del Gruppo Egea, il quale ha sottolineato che aziende come la multiservizi albese possono realizzare una applicazione ideale della New Space Economy. «Pensiamo, solo per esaminare un caso concreto, alla capacità di monitorare, grazie all’utilizzo dei droni, territori estesi nelle diverse ore del giorno, ad esempio aree vitivinicole, registrando dati riferiti a calore, colori, presenza di piccoli animali e tanto altro, in modo tale da consentire una sempre più efficace evoluzione di una viticoltura evoluta e sana a 360 gradi. Tutto questo può essere realizzato là dove Egea è nata e cresciuta, per poi essere esportato in altre parti d’Italia e del mondo. Applicazioni come queste potrebbero facilmente essere allargate ad ulteriori campi agricoli quali la produzione di nocciole, gli allevamenti e altro ancora, aprendo pure a settori quali il monitoraggio del traffico viario e delle persone al fine di favorire minori assembramenti, maggiore sicurezza e salute. Da qui la necessità e l’importanza fondamentale della cooperazione tra “pubblico” (Stato, Regioni, Comuni) e “privato” (aziende, realtà produttive) al fine di favorire, tutti insieme, una crescita efficace e sostenibile nel tempo».
Francesco Profumo, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, ha concluso evidenziando le ricadute di queste innovazioni nel campo dell’“eco-system”, nonché l’importanza della conoscenza e della gestione della New Technology che porta a trasformare le idee in competenze. In conclusione, ha rimarcato l’importanza del connubio “pubblico-privato”, fondamentale per creare un campo di cooperazione che consenta di sviluppare sinergie atte a incidere sui grandi cambiamenti in atto nel pianeta.
«Le nuove tecnologie ci aiutano a migliorare»
Anche Carini (Gruppo Egea) protagonista del convegno telematico che ha preso in esame le più recenti innovazioni scientifiche