Con la pandemia che spinge i consumi domestici di alimenti biologici al record di 3,3 miliardi di euro in Italia, il via libera al disegno di legge sul biologico rappresenta un passo importante verso la tutela dei consumatori e dei produttori locali. Lo afferma Coldiretti sulla base dei dati Ismea relativi all’anno 2020, dopo che la Commissione Agricoltura del Senato ha approvato la proposta di legge che prevede, tra le altre misure, l’introduzione di un marchio per il bio italiano, richiesto da Coldiretti per contrassegnare tutti i prodotti biologici ottenuti da materia prima locale che potranno essere valorizzati sul mercato con l’indicazione “biologico italiano” e come tali protetti contro tutte le usurpazioni, imitazioni o evocazioni.
Previsto anche l’impiego di piattaforme digitali – aggiunge Coldiretti – per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti. Il disegno di legge rivede, inoltre, il sistema delle sanzioni per renderle finalmente efficaci contro le frodi del settore e quello dei controlli per garantire la terzietà dei soggetti incaricati.
La Granda – spiega Coldiretti Cuneo – è la Provincia che in Piemonte registra il maggior numero di aziende bio (oltre 1.000, pari al 42% del totale regionale) su una superficie complessiva di quasi 20.000 ettari, pari al 27% di quella regionale. Un trend, quello cuneese, che contribuisce al successo del bio nel nostro Paese, primo in Europa per numero di aziende agricole impegnate nel biologico.
“L’agricoltura biologica rappresenta un tassello sempre più importante per il nostro territorio. Per far conoscere e diffondere le eccellenze del bio Made in Cuneo è di grande rilevanza l’attività portata avanti da Coldiretti che, attraverso Terramica, l’Associazione dei produttori biologici più grande a livello regionale con oltre 500 soci iscritti, promuove il biologico e le produzioni locali” dichiara Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo.
Tuttavia, alla crescita del bio nostrano fa da contraltare l’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari, con un incremento del 13,1% delle quantità totali nel 2019 rispetto all’anno precedente, per un totale di ben 210 milioni di chili di cui quasi 1/3 dall’Asia. I cereali, le colture industriali e la frutta fresca e secca sono le categorie di prodotto biologico più importate, con un’incidenza rispettivamente del 30,2%, 19,5% e 17,0%.
“Una vera e propria invasione che rende ancora più urgente rendere distintivi sugli scaffali i veri prodotti biologici Made in Italy e rafforzare i controlli sui cibi bio importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli europei. Occorre promuovere il ricorso a materia prima italiana certificata riducendo i volumi delle importazioni per dare un ulteriore stimolo di crescita al comparto e concorrere al raggiungimento dell’obiettivo del 25% di superficie investita a coltivazioni biologiche in Italia, indicato nella strategia Farm to Fork, uno dei pilastri del New Green Deal” dichiara Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo.
c.s.