Il consigliere regionale Maurizio Marello ha sottoscritto un Ordine del Giorno presentato dal collega e vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi (Pd) a proposito del “Superamento del criterio della spesa storica nella ripartizione del Fondo Sanitario Regionale”. Infatti, ad oggi, il riparto del fondo sanitario della regione Piemonte avviene, perlopiù, attraverso l’applicazione del criterio della spesa storica che mantiene una situazione di iniquità sui diversi territori se si considera la quota pro capite per ogni Asl.
In particolare, le Asl maggiormente penalizzate da tale disequilibrio, risultano essere la Cuneo 2 e la Asl Novara: la prima con un valore di spesa pro capite inferiore di circa 116 euro nel 2020 rispetto alla media regionale, la seconda inferiore di 150 euro annui. Tale disuguaglianza è rimasta pressochè invariata da diverso tempo, compresi gli anni 2019 e 2020.
Dai dati presi in considerato nell’Odg risulta inoltre che alcune tra le aziende sanitarie che ricevono meno finanziamenti (oltre alle già citate Asl Cn2 e No, si annoverano nel computo anche l’Asl To3, la To4 e la To5) sono anche quelle che riportano meno perdite nei bilanci.
Tale situazione di iniquità determina, per i cittadini piemontesi, servizi di minore o maggiore qualità e quantità in base al territorio di residenza rendendo il sistema sanitario inefficiente senza meccanismi di riequilibrio.
L’Ordine del Giorno impegna perciò la Giunta regionale a commissionare l’elaborazione di un sistema di criteri volto ad ottenere un migliore equilibrio tra ripartizione del Fondo sanitario regionale e bisogni di salute territoriale; ad anticipare azioni di riequilibrio, impiegando parte dei risparmi che dovessero verificarsi grazie alle azioni di efficientamento e alla progressiva riduzione delle realtà debitorie, nei confronti delle aziende sanitarie che in questi anni hanno ricevuto meno risorse; a programmare un progressivo riequilibrio della ripartizione del Fondo Sanitario Regionale in base al sistema di criteri elaborato.
«Prendendo ad esempio i dati relativi agli ultimi anni per l’Asl Cn2 non si possono non notare iniquità, in continuo crescendo, nella ripartizione: nel 2017 la quota pro capite era di 1.496,90 euro con un delta dalla media di 91,19 euro (pari a – 15.649.798,14 euro); nel 2018 la quota era di 1.516,54 euro, con un delta dalla media di 97,72 euro (pari a -16.444.385,39 euro); nel 2019 la quota era di 1.540,45 euro, con un delta dalla media di 96,76 euro (pari a – 16.564.322,31 euro) mentre nel 2020 era pari a 1.554,98 euro con un delta, come già accennato di 116,77 euro (equivalente a 19.998.162,61 euro)», spiega il consigliere Marello, «ciò significa che nel 2020 la quota pro capite ricevuta dall’Asl Alba-Bra da parte della regione è pari a 1.554 euro contro i 1.899 di Vercelli, i 1.774 di Biella e i 1.759 del Vco».
«Di fatto il criterio prevalente usato per la distribuzione delle risorse è quello della spesa storica e questo determina che, da un lato si facciano parti diseguali senza fornire una motivazione oggettiva, e dall’altro con i fondi di riequilibrio si aggiungano risorse a quelle aziende che hanno più debiti. Finisce che chi è virtuoso come Novara prende di meno all’inizio e nulla dal fondo di riequilibrio», ha aggiunto il consigliere Rossi.
«Su questa questione mi auguro vi sia convergenza trasversale e credo che anche i sindaci dei territori più penalizzati dovrebbero far giungere la propria voce al Presidente Cirio e all’assessore Icardi» – conclude Rossi – Da parte mia, in quanto vicepresidente della Commissione Sanità, chiederò al presidente della Commissione, Alessandro Stecco, di dedicare alcune sedute, anche con uno specifico gruppo di lavoro, a questo tema».
Debora Schellino
Ufficio Stampa- Consigliere Maurizio Marello