Lunedì 18 gennaio, dopo oltre un mese e mezzo lontano dai banchi, gli studenti delle superiori del Piemonte sono potuti rientrare a scuola. Non tutti, perché per il momento è possibile tornare alle lezioni in presenza solo per il 50 per cento degli studenti. Ma intanto, si tratta di un primo assaggio di ritorno alla normalità che le ragazze ed i ragazzi non vedevano l’ora di poter rivivere. Lo conferma Alessandro Parola, dirigente scolastico dei Licei cuneesi Scientifico-Classico “Peano Pellico” e Musicale “Ego Bianchi”: “Come è stato il rientro? Come ce lo aspettavamo: regolare e disciplinato, con i ragazzi davvero molto desiderosi di poter tornare a scuola e riconoscenti di essere tra quel 50 per cento che ha potuto riprendere subito le lezioni in presenza”.
I due istituti che dirige Parola si sono organizzati dando la priorità agli studenti più piccoli, quelli del primo e del secondo anno: “Abbiamo allestito turni di due settimane. Per la scelta c’è stato un confronto con i docenti che ha fatto emergere la volontà di investire per questa prima fase sugli alunni del primo biennio, quelli che fino ad ora hanno potuto vedere e vivere meno degli altri la scuola. Con loro c’è anche qualche terza e, per quanto riguarda il Liceo Musicale, alcune quarte con laboratori. Dal 1° febbraio toccherà poi agli altri studenti. Noi siamo pronti anche ad allargare la presenza al 75 per cento, come indica il Dpcm, ma è anche in vigore un’ordinanza regionale che impone il 50 per cento fino alla prossima settimana. Appena si potrà, saremo molto felici di aumentare la presenza”.
Intanto, c’è gioia per questa prima ripartenza, caratterizzata da una grande attenzione e da un severo rispetto dei protocolli, ma anche una certa severità di giudizio per la gestione del tema scuola: “Le misure sono state ulteriormente irrigidite, e noi le applichiamo alla lettera. All’interno delle scuole la sicurezza è garantita. Cosa ne penso di come è stata gestita la situazione? Credo che questo procedere in ordine sparso abbia dato una brutta immagine del nostro Paese. Il tema dell’istruzione è talmente importante che dovrebbe unire tutti, non consentire ad ognuno di procedere per conto suo. In alcuni casi, sono stati toccati punti bassissimi, da far rabbrividire”.