Nonostante l’emergenza legata alla pandemia da Covid19, prosegue incessante l’attività no Covid presso gli ospedali della Città della Salute di Torino. E’ dei giorni scorsi la notizia di un caso unico e molto delicato, grazie alla collaborazione delle équipes degli ospedali Cto e Sant’Anna.
nfatti è stato effettuato, presso l’ospedale Cto, un intervento provvidenziale alla colonna vertebrale su una donna di 35 anni alla 21^ settimana di gravidanza, affetta da una grave lombosciatalgia, che non le permetteva ormai di rimanere né in piedi né seduta, ma solo coricata in un letto su un fianco e con le gambe piegate sul petto. E’ stato un intervento molto particolare e delicato, effettuato con la donna in posizione prona e con il costante monitoraggio di un ginecologo e di un’anestesista che monitoravano mamma e feto.
La signora era stata visitata presso il Pronto soccorso dell’ospedale CTO perché affetta da una grave lombosciatalgia destra con formicolio ed insensibilità al piede destro. La paziente non manteneva la posizione eretta e riusciva con difficoltà a rimanere seduta sulla sedia a rotelle. La donna era ritorta su se stessa e sbilanciata tutta a sinistra.
La signora riferiva che la sintomatologia era insorta da circa 15 giorni a seguito di uno sforzo e che, nonostante il riposo e la terapia medica, era peggiorata progressivamente impedendole di mantenere la posizione eretta e di camminare. La paziente da giorni era costretta a rimanere a letto su di un fianco con le gambe piegate sul petto.
La signora, come se non bastasse anche allergica a diversi analgesici, soprattutto era alla 21^ settimana di gravidanza ed era seguita dal servizio di “gravidanze a rischio” dell’ospedale di Rivoli per la ricomparsa di Diabete gestazionale. Il servizio di Rivoli, vista l’impossibilità di contenere il dolore, aveva inviato la paziente presso il PS del CTO.
La paziente era stata già in precedenza operata di ernia del disco lombare con ottimo risultato clinico fino all’esordio della nuova sintomatologia. Sospettando una recidiva dell’ernia veniva eseguita una RNM in urgenza presso lo stesso PS del CTO che confermava la nuova voluminosa ernia che non dava scampo al nervo compresso, per cui veniva prospettata alla paziente la necessità di un urgente intervento chirurgico.
Non averlo eseguito avrebbe costretto la donna ad un lungo calvario a letto con la necessità di assumere analgesici importanti, quali la morfina per un lungo periodo di tempo con ripercussioni anche sul feto, esponendola anche a possibili complicazioni di altra natura che avrebbero potuto compromettere il prosieguo della gravidanza, già a rischio. Per le condizioni generali delicate legate alla gravidanza a rischio, la paziente veniva inizialmente controllata presso la Ginecologia e Ostetricia 2 universitaria dell’ospedale Sant’Anna (diretta dal professor Guido Menato), dove le condizioni cliniche materne ed i parametri vitali fetali sono stati monitorati costantemente per alcuni giorni.
E’ stato anche possibile eseguire l’ecografia “morfologica” precedentemente non effettuata per la presenza di intensa rachialgia. Successivamente la paziente è stata ricoverata presso la Divisione di Chirurgia Vertebrale del CTO (diretta dalla dottoressa Angela Coniglio) ed operata con successo dal dottor Giosuè Gargiulo e dalla dottoressa Laura Bruno, grazie anche all’uso di un particolare letto per la chirurgia vertebrale di cui è dotato il servizio, che ha permesso di mantenere una posizione prona alla paziente, necessaria per questo tipo di intervento sulla colonna vertebrale, ed al tempo stesso di evitare qualsiasi compressione sull’addome della paziente e quindi, nel caso specifico, sul feto della paziente.
L’intervento inoltre ha richiesto di eseguire una particolare anestesia da parte della dottoressa Ida Vincenzo (Anestesia e Rianimazione Cto, diretta dal dottor Maurizio Berardino) per mantenere una adeguata ossigenazione del feto, sotto attenta sorveglianza clinica ed ecografica del feto stesso e della madre, esercitata continuamente dal ginecologo dottor Antonio Camarda, presente in sala operatoria.
Il decorso postoperatorio è stato regolare e favorevole in quanto, regredendo il dolore, la paziente non ha avuto più bisogno di assumere farmaci, riducendo quindi anche il carico farmacologico sul feto. La paziente ed il feto sono stati monitorati costantemente nel decorso postoperatorio e dopo 24 ore la signora è stata trasferita nel reparto di Ostetricia, dove è stata monitorata ulteriormente per 48 ore e quindi dimessa.
Attualmente la paziente ha potuto riprendere la sua vita normale e continuare la propria gravidanza, effettuando la prevenzione per il parto pretermine e monitorando il decorso del diabete gestazionale, su cui però l’ernia del disco iperalgica, cui era andata incontro, non può più influire negativamente con le problematiche che avrebbe potuto comportare.
In questo periodo difficile di pandemia ed emergenza Covid, la collaborazione tra i due reparti dei due ospedali della Città della Salute, Sant’Anna e CTO, ha permesso di risolvere un caso molto delicato con buon esito, questa volta non solo per una paziente ma per due allo stesso tempo: mamma e feto.
c.s.