Il 2020 si è chiuso con la terribile notizia della tragica scomparsa di Agitu Ideo Gudeta, rifugiata etiope da tempo divenuta imprenditrice coraggiosa della pastorizia e dell’artigianato caseario in Trentino. Una perdita che ha suscitato sconcerto e sconforto, ma anche il desiderio di non lasciar affievolire un esempio tanto potente e luminoso. A comprendere per primi l’importanza di fare opera di testimonianza del prezioso lavoro di Agitu Gudeta sono stati i promotori del Premio Ancalau, il quale da quest’anno avrà una nuova sezione, “lavoro e ambiente”. La prima ad esserne insignita, alla memoria, sarà proprio la donna simbolo dell’integrazione e della protezione ambientale. Con il presidente dell’Associazione Culturale Ancalau, Silvio Saffirio e il sindaco di Bosia Ettore Secco, approfondiamo la novità che caratterizzerà l’edizione 2021 del Premio, in programma in alta Langa il 19 e 20 giugno.
Siete stati i primi in assoluto a decidere di celebrare la memoria di Agitu Gudeta. Come è maturata tale intenzione in così poco tempo?
Saffirio: «La personalità di Agitu Gudeta ci era nota da tempo, direi dal 2016, quando ci ponemmo seriamente il problema di premiarla per la sua attività e per la carica umana che esprimeva. Agitu era già un “caso” che per fortunata circostanza ci era stato proposto da Fantaye Riccardi, una signora di origine etiope, consorte del nostro socio l’importante artista Fabrizio Riccardi, amica e ammiratrice di Agitu Gudeta. Fantaye e Fabrizio sono entrambi legatissimi a Bosia. Ne discutemmo, decidendo di attendere perché l’unico Premio del quale disponevamo era allora il Premio Ancalau “start up giovani”, quello che viene assegnato ogni anno da una Giuria che definirei “stellare” presieduta da Oscar Farinetti al progetto vincitore del “Torneo delle Idee” dei giovani. Poi si è affiancato il Premio Ancalau “local/global” destinato agli imprenditori che partendo da una realtà locale hanno saputo conquistare mercati internazionali. Lo scorso anno come è noto il Premio Ancalau è stato sospeso causa Covid ma avevamo già deciso di completare la rosa dei premi con il Premio Ancalau “lavoro&ambiente”. Al termine dell’infausto anno 2020 è giunta la notizia della tragica scomparsa di Agitu Ideo Gudeta e la decisione di celebrarla facendo vivere la sua memoria è stata immediata».
Secco: «Immediata come la decisione, coraggiosa, in puro stile “ancalau”, di ridar vita al nostro evento in questo ancora incerto 2021. Il sostegno e la condivisione con Eataly, Banca d’Alba, Egea e Rivista Idea ancora una volta saranno di stimolo».
Cosa vi ha colpito maggiormente della parabola di vita di Agitu Ideo Gudeta?
Secco: «Agitu Gudeta è un compendio di valori e ne basterebbero un paio per attribuirle il Premio: il suo lavoro nelle montagne del Trentino e la sua battaglia per la conservazione della capra mochide. Inoltre, Agitu si è rivelata un’autentica donna imprenditrice, creando con successo prodotti caseari e cosmetici derivati dal latte di capra e creando i negozi “La capra felice” per la loro distribuzione».
Saffirio: «Ma Agitu Gudeta è anche il simbolo di altri valori: ha lottato in Etiopia per proteggere i piccoli agricoltori dagli espropri a favore delle multinazionali. Da rifugiata politica si è inserita perfettamente nell’ambiente trentino, contribuendo attivamente ad animare la comunità. Parlava un invidiabile italiano, fatto anche questo non secondario per una perfetta integrazione: lavoro e cultura come strumenti di vero inserimento. Infine, purtroppo, come vittima di femminicidio rappresenta anche le tante donne che ogni anno, ancora oggi, subiscono sorti così tragiche e ingiuste».
Il fatto di attribuire a Agitu Gudeta un premio speciale alla memoria e insieme dedicarle la prima edizione di una sezione nuova, “lavoro&ambiente” è citando Gustav Mahler, un modo per farsi promotori non del “culto delle ceneri ma della custodia del fuoco”?
Secco: «Verissimo, la memoria deve essere viva e ispirare il futuro. A giorni prenderò contatto con il Sindaco di Frassilongo (Trento), il comune dove Agitu Gudeta viveva e aveva creato le sue attività principali, per concordare le modalità di consegna del nostro premio. Il Premio Ancalau è un riconoscimento al coraggio e allo spirito di iniziativa. E davvero: chi più di lei?».
Saffirio: «Citazione appropriata (e bellissima) quella di Mahler. Il Premio Ancalau si ispira esattamente a questo: far vivere di vita nuova, nel mondo di oggi e soprattutto di domani, i principi perenni che hanno ispirato in modo rimarchevole gli “ancalau” di Langa e della Granda. C’è rispetto e affetto anche tenero nel nostro modo di vedere il passato ma altrettanto pragmatismo, spero, nel non abbandonarsi alle nostalgie e proiettarsi al futuro».
Quali sono i criteri in base ai quali si procederà nei prossimi anni all’individuazione dei vincitori della sezione “lavoro&ambiente”?
Saffirio: «Lavoro e ambiente sono le priorità assolute dei prossimi anni, anzi dei prossimi decenni. Quando il nostro Paese uscirà dal disastro della pandemia l’esigenza di creare lavoro e di fare questo in simbiosi con l’ambiente apparirà evidente più di quanto non sia ora in questo clima già drammatico ma ancora narcotizzato. Lavoro e ambiente sono un binomio inscindibile e almeno su questo sembrano d’accordo tutti a partire dall’Unione Europea».
Secco: «Quanto ai criteri non ci porremo limiti, come sempre. Daremo la priorità non necessariamente alla dimensione ma al grado di significatività delle iniziative imprenditoriali prese in considerazione. Premieremo gli esempi eccellenti che possano, oltre all’efficacia comprovata, stimolare l’emulazione».
In una fase della nostra esistenza con pochissime certezze è un sollievo vedere che, annunciando il premio ad Agitu Gudeta, indirettamente si confermi la data del Premio Ancalau 2021. Significa che avete intenzione di non rinunciare all’organizzazione del premio in ogni caso?
Secco: «Esattamente: il Premio Ancalau 2021 avrà luogo e moduleremo l’organizzazione in conformità alle regole che nelle giornate del 19 e 20 giugno saranno in vigore. I tempi richiedono una ripresa di ottimismo ed è vitale ricominciare a fare programmi pur se necessariamente flessibili. Il Premio Ancalau vuole essere un segnale anche in questo senso».