È visitabile online l’allestimento “come rane d’inverno” dedicato alle donne nella Shoah

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In occasione del Giorno della Me­moria, Progetto Cantoregi, in collaborazione con Anpi Racconigi e Comune di Racconigi, ha firmato l’allestimento scenico “Come rane d’inverno”, dedicato alle donne nel­la Shoah, con l’obiettivo di non dimenticare la specificità del loro vissuto e il dolore patito in condizioni di privazioni estreme, in prigionie fatte di fame, freddo, percosse, umiliazioni, viaggi della mor­te con un capolinea chiamato lager. Allestito alla Soms di Rac­conigi, il lavoro scenico è visitabile online attraverso il video pubblicato sul sito web progetto­canto­regi.it e sulla pagina Facebook di Progetto Cantoregi, oltre che sul sito del Comune di Racconigi. Le toccanti e drammatiche testimonianze di donne, spesso ancora bambine o giovani ragazze, che sono state internate nei campi di concentramento, o di intellettuali, che hanno urlato e urlano contro gli orrori dell’Olocausto, scorrono sullo schermo della Soms: un grido silenzioso contro i soprusi dell’uomo sull’uomo. Si alternano, tra le altre, le parole di Anna Frank, Etty Hillesum, Edith Bruck, Liliana Segre, Hannah Arendt, Irène Némirovsky, Nelly Sachs, Gitta Sereny, Simone Weil, Elisa Springer, Joyce Lussu, Lidia Rolfi. In scena, tra il palco e la platea della Soms, si stagliano gli oggetti tristemente simbolici dell’inferno concentrazionario, che rappresentano gli effetti personali o domestici sottratti all’identità e alla dignità di tante donne: scarpe, indumenti, cappotti, sciarpe e foulard, libri, pettini, valigie, bambole, posate e anche capelli. «L’installazione “Come rane d’inverno”», spiega il presidente di Progetto Cantoregi Marco Pautasso, «trae ispirazione dai versi della nota poesia di Primo Levi ed è dedicato alle donne nella Shoah, alla condizione femminile all’interno dei lager, alla specificità del loro vissuto. Non c’è volontà di guardare la Shoah da una prospettiva di genere, perché non esiste una gerarchia nella sofferenza. Ma queste testimonianze hanno contribuito ad allargare e arricchire l’àmbito della nostra riflessione, la visione e comprensione di quanto è accaduto, anche nelle sue atrocità più efferate».
In questo modo, ancora una volta, l’impegno civile e sociale è al centro della ricerca espressiva del Progetto Cantoregi, compagnia carignanese nata nel 1977.