Cara Giulia, partiamo da un assunto: cercare di essere perfetti non è solo difficile, ma anche inutile. In primo luogo perché ognuno ha un’idea di “perfezione per sé” diversa dalla perfezione “tout court”.
Faccio un esempio: se il più grande chef del mondo prepara un secondo piatto sublime, con un sapiente uso di spezie, aromi e salsine vari, cucina una portata oggettivamente “perfetta”, ma se io sono vegetariano o non amo alcuni degli ingredienti utilizzati, non potrò considerarlo tale.
In questo caso, la perfezione sta nelle papille gustative di chi assaggia e, anche allargando la questione al generale, il discorso è del tutto analogo: la perfezione sta nelle pupille di chi giudica, e dipende pure da ciò su cui si soffermano.
Ma veniamo a te: la tua ansia da perfezione, a mio avviso, è parente stretta di una disperata fobia dell’abbandono.
Siccome non puoi “costringere” una persona a non abbandonarti, metti in atto un comportamento che ti possa far dire di aver fatto tutto il possibile per evitare che ciò accada e a essere “dalla parte della ragione” nella malaugurata ipotesi in cui accadesse. Come a dire: «Se mi lascia non è colpa mia, perché sono perfetta». Mi sento di sconsigliarti questo approccio che somiglia molto a quello di chi si giustifica per una colpa di cui nessuno l’ha ancora accusato. È un atteggiamento un po’ ottuso e che, è un aspetto da non sottovalutare, non ti mette al riparo da nulla.
Lascia perdere la ricerca della perfezione e inizia un cammino alla conquista di un tuo equilibrio, personale e relazionale. La perfezione, ammesso che esista, essendo il traguardo ultimo, ha in sé qualcosa di statico che la rende inadeguata, perché ciò che non progredisce è costretto a regredire. La costante ricerca di equilibrio, invece, è un processo che potremmo definire “portatore sano” di dinamicità, giacché permette di adattarsi alle situazioni e alle persone senza snaturarsi, soltanto spostando il baricentro del proprio modo d’essere.
Parafrasando il pittore francese Claude Monet mi sento di suggerirti: «Non cercare la perfezione molto spesso significa evitare di rovinare ciò che andava già bene».