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I simboli di Mondovì nel piatto vincitore

Svolta la premiazione del concorso “L’altra mascherina” del Museo della Ceramica

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È la città di Mondovì, con i suoi simboli (la Torre del Belve­dere di Piazza e una mongolfiera) il soggetto del piatto di ceramica vincitore del concorso “L’altra mascherina” del Museo della Ceramica di Mondovì. Il concorso, omaggio all’impegno del personale sanitario nella lotta al Coronavirus e a tutti coloro che hanno assistito le persone che si sono ammalate, ha messo in palio un corso di pittura tradizionale di sei ore su ceramica, tenuto dalla monregalese Manifattura Besio 1842.
La giuria composta dagli artisti del Collettivo Il Bastione San Maurizio (fondato nel 2014 e formato da Adele Zu­nino, Cecilia Ceccherini, Donato Mariano, Emanuele Ma­rullo, Francesca Bicego, Gianmaria Dellarossa, Giulia Fresca, Giulia Rebonato, Jacopo Mandich, Lisa Redetti, Mara Jvonne Raja, Marco Mattana, Mohsen B. Mo­ghanjooghi e Silvia Cioni) ha valutato le opere inviate e ritenuto opportuno nominare due vincitori a pari merito: Giulio Maulini e Giulia Caramello.
Per ora, solo la monregalese Giulia Caramello ha potuto seguire gli incontri alla Ma­nifattura Besio 1842, dedicati alla storia e alla tecnica del mondo della ceramica. Pros­simamente anche l’altro premiato, Giulio Maulini, realizzerà il manufatto.
La parola mascherina è oggi il simbolo degli uomini e delle donne in prima linea contro la pandemia, ma era anche la definizione di una tecnica manuale e seriale utilizzata sin dal 1737 nella fiorentina manifattura Ginori di Doccia, poi adottata nell’Ottocento dall’industria ceramica di Mondovì. Ai partecipanti al concorso è stato chiesto di immaginare un decoro a mascherina, disegnarlo e mandare una foto del disegno.
«Giulia Caramello», dice Gianni Rovea della Manifattura Besio 1842 «è stata molto brava e precisa nel seguire le varie fasi della decorazione del piatto: dall’utilizzo delle spugne, allo spolvero, alla decorazione con il pennello. Noi abbiamo provveduto alla smaltatura e alla cottura a 1.000 gradi».
Il piatto farà parte della collezione permanente del Museo della Ceramica.