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«Questa realtà sta a cuore ai cittadini e agli operatori»

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Il libro “L’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo. 1960: l’avvio e la crescita”, realizzato dal Collegio dei Primari Ospedalieri di Cuneo a partire dall’idea di Felice Borghi, Quintino Cartia e Luigi Fenoglio, attende il superamento del “lockdown” per incontrare il pubblico. Nel frattempo è disponibile presso le librerie di Cuneo oppure può essere reperito contattando direttamente gli ideatori. L’opera è introdotta dal saluto del direttore generale dell’Azienda Ospe­daliera Santa Croce e Carle di Cuneo Corrado Bedogni (foto a lato, sopra), che definisce il libro come «un ringraziamento a tutti coloro che, con il loro operato, hanno reso il Santa Croce e Carle un punto di riferimento insostituibile per tutta la provincia, dove, in media, ogni giorno, 200 persone accedono al pronto soccorso, 41 persone sono ricoverate in urgenza, 19 con ricovero programmato, 85 vengono sottoposte a intervento chirurgico, 700 ricevono una visita ambulatoriale. Nel corso degli anni il nostro O­spedale ha via via aumentato la propria complessità con nuove specialità a valenza provinciale, mantenendo un costante aggiornamento tecnologico e scientifico. Il futuro per l’Ospedale non potrà che essere quello della costruzione di un nuovo presidio che unificherà il Santa Croce e il Carle in una unica struttura moderna e al passo con i tempi. Per questo l’Azienda sta lavorando in sinergia con le istituzioni: Regione e Comune, affiancata dalla neonata Fondazione Onlus per l’Ospedale Santa Croce e Carle e dalla Fondazione Crc, da sempre una forte presenza al fianco del nostro Ospedale. Da 700 anni il Santa Croce e Carle è al servizio della città ed è una parte importante della storia di vita di tante persone: un Ospedale nel “cuore” della città, ma soprattutto nel cuore dei Cuneesi e degli operatori». La presentazione del libro è invece stata curata da Fulvio Moirano, presidente della Fondazione per l’Ospedale Santa Croce e Carle. Queste sono le sue parole: «Il libro racconta la lunga storia dell’Ospedale di Cuneo con i ricordi dei protagonisti per il periodo più recente ma anche con “agganci” storici dell’architetto Edoardo Cavallo, il quale mi stimolò, appena giunto a Cuneo come direttore generale, al recupero del patrimonio artistico dell’ospedale, a cominciare dai quadri che avevamo in soffitta e che grazie ai contributi delle fondazioni bancarie riportammo agli antichi splendori. L’“avventura” all’Azienda Ospedaliera di Cuneo è durata undici anni, dal marzo 1996 al febbraio 2007 e mi ha insegnato molto. Da allora si sono succeduti i direttori Gatti, Marchisio, Baraldi e ora Bedogni che hanno proseguito e sviluppato ancora il lavoro dell’Aso, nata nel 1995 ma che è figlia di una lunga storia che il libro racconta attraverso la testimonianza di molti protagonisti che l’hanno vissuta e la vivono tutt’ora intensamente».