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“Tempo di maschere e travestimenti” del Seicento

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Al primo romanzo di Beppe Mariano, ambientato a Savigliano, dal titolo “Rossosangue 68” risalente ai primi anni del millennio, ne è seguito un secondo, pubblicato poche settimane fa, dal titolo “Tempo di maschere e di travestimenti” edito a Genova da De Ferrari. Ce ne parla l’autore. «Il romanzo è suddiviso in due parti: la prima è ambientata a Savigliano nel 1622, quando Carlo Emanuele I e consorte erano in visita alla città. Vi si svolge per l’occasione una grande festa barocca che, con le sue meraviglie, occupa gran parte della piazza della Torre (oggi piazza San­tarosa) e prosegue fino all’ospedale, in parte adibito a teatro. La vicenda si sviluppa poi all’interno della bottega artistica di Antonio Molineri e risente delle vicissitudini di quegli anni in cui un clima controriformistico continua a incutere timori e reazioni superstiziose anche gravi. Molineri è tornato tempo prima da un lungo soggiorno romano presso l’Accademia di San Luca ed è afflitto da una pena segreta. L’altro importante pittore di quel tempo, Giovanni Claret, con la sua arguzia rasserena l’ambiente.

E compare nella storia anche l’amore… La rappresentazione di una fiaba pastorale del giureconsulto Marcantonio Gorena, viene interrotta a causa di una morte misteriosa, che avrà ripercussioni anche nella seconda parte del romanzo, ambientata nel 1630, quando Savigliano è stata colpita dalla pestilenza e vi morirà, in quello stesso anno, il duca Carlo Emanuele I (poi sepolto nel Santuario di Vicoforte). A diventare protagonista, insieme a Molineri, è lo stesso Gorena, diventato nel frattempo vice governatore della città. Per affrontare la difficile situazione di carestia e di rivolte contadine, asseconderà la superstizione adottando espedienti politici cinici, ma efficaci. Anche la storia d’amore che ha coinvolto Mo­lineri non potrà avere un seguito felice.