«A emergenza finita il nostro paese potrà finalmente tornare a esportare bellezza»

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In uno dei sui libri più recenti, intitolato “Serendipity”, Oscar Farinetti racconta 50 storie di successo nell’ambito del cibo frutto del caso; circostanze nelle quali il risultato, del tutto inatteso, si è dimostrato positivo oltre ogni aspettativa. «Difficile dire se anche il Covid potrà avere un tale risvolto», commenta a riguardo l’imprenditore albese, «però io sono convinto di una cosa: i migliori ne usciranno ancora migliori e i peggiori dimostreranno che non c’è limite al peggio. Aumenterà il divario tra le due categorie. Il tema è domandarsi quanti sono i migliori, quelli che preferiscono i dubbi alle certezze, quelli che scelgono di aiutare invece che criticare, coloro i quali sono disponibili ai compromessi, i moderati, i non complottisti. Possono rappresentare, a mio avviso, almeno metà del mondo e costituiscono una parte molto interessante che, per quanto riguarda l’offerta che contraddistingue noi di Eataly, vuole essere il mercato di riferimento. Una “serendipity” potrebbe dimostrarsi il fatto che gli affari, a Covid finito, ripartano brillantissimamente e che per l’Italia si verifichi una netta ripresa delle esportazioni. Siamo un piccolo Paese che sa produrre immensa qualità; il nostro destino è vendere bellezza al mondo. Sia portando a casa del resto del pianeta i nostri prodotti, dai divani al culatello di Zibello, sia attraendo turisti con le nostre peculiarità. Prima, però, deve arrestarsi il Covid, sennò non c’è turismo. Un Eataly come quello di New York, uno dei negozi più straordinari al mondo, in questo momento è a metà servizio, perché mancano i turisti, che nella Grande Mela sono circa 50 milioni all’anno. Lo stesso discorso vale per tantissime città italiane, in questi mesi deserte. Quando il circuito turistico ripartirà, potrebbe verificarsi una “serendipity”, ma dobbiamo accelerare il punto di partenza. Per farlo occorre fermare il virus, cosa possibile solo attraverso la vaccinazione. Ragione per cui è fondamentale moltiplicare la produzione e la distribuzione dei vaccini permettendo a più laboratori di realizzarlo».