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“Donne”

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di Patricia Highsmith

Che cos’è il “thriller” senza Patricia Highsmith? Lei, la regina del “noir”, riesce ancora a stupirci con un’opera postuma. “Donne” è una raccolta di sedici storie scritte tra il ’45 e il ’63, ambientate a New York, nelle quali la figura femminile la fa da padrone. Viene sempre evidenziato il ruolo della donna nella società, che sia protagonista o no, rendendola sempre la chiave di lettura di tutti i racconti di questo libro inedito pubblicato da “La nave di Teseo” per il centenario dell’autrice e tradotto da Hilia Brinis, Lorenzo Matteoli e Sergio Claudio Perroni.
Si apre con “La campionessa del mondo di rimbalzi sul marciapiede”, un dramma infantile, e si chiude con “Il Guardalumache”, con protagonista un uomo di finanza il cui hobby consiste proprio nell’osservare le lumache, ma c’è anche una moglie che rovina l’acquisto di un quadro al marito perché secondo lei il colore dei fiori è sbagliato, e molte altre storie.
Patricia Highsmith (conosciuta anche con lo pseudonimo di Clair Morgan), texana di nascita, decise di trascorrere la sua vita in Svizzera per sfuggire a una società americana troppo patriarcale e bigotta, una società che negli anni ’50 accolse freddamente il suo primo romanzo “Sconosciuti in treno”, anche se Hitchcock non ebbe la stessa reazione. Il regista, infatti, fu il primo a fare l’adattamento cinematografico di uno dei suoi libri dirigendo “L’altro uomo” del 1951. Susseguì una serie di film dedicati al suo personaggio più famoso: Tom Ripley, al quale dedicò ben cinque romanzi.

BaNNER
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